MARCO PRINCIPINI
Cronaca

Il rebus commissario, l’Emilia-Romagna pressa: “Non sia un militare”

Figliuolo scade oggi, manca il successore. La nomina in mano a Meloni, Lattuca: “Fate in fretta”. Come generale resta in pole D’Ubaldi, ma cresce l’ipotesi di nominare un esperto civile

Bologna, 31 dicembre 2024 –  Caccia al commissario. Commissario fantasma, per ora. Francesco Paolo Figliuolo (ora vicedirettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna) lascia ufficialmente l’incarico e da domani, primo gennaio, l’Emilia-Romagna non ha un ‘capo’ per la ricostruzione post-alluvione. A questo punto è probabile che la nomina avvenga nei primi giorni dell’anno e potrà avere effetto retroattivo.

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Dopo l’incontro fra il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e la premier Giorgia Meloni di quindici giorni fa, le manovre in atto sono diventate top secret e tutto il pacchetto sarebbe direttamente in mano proprio alla presidente del consiglio. Anche il suo braccio destro, Giovanbattista Fazzolari, ha detto di non saperne nulla.

Michele de Pascale qualche mese fa tra le rovine di Traversara di Bagnacavallo
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Fino a una settimana fa l’orientamento del governo sembrava chiaro: nominare un altro generale dell’esercito al posto di Figliuolo e tutti i riflettori erano e restano comunque puntati su Mauro d’Ubaldi, che comanda la logistica dell’Esercito.

Negli ultimi giorni, però, qualcosa è cambiato. De Pascale, che voleva fare il commissario ma che è pronto ad accettare il ruolo di vice se si trova una decisione condivisa, ha lanciato più di un appello: “Perché non sceglier un tecnico non militare, diciamo un civile?”

Con la premier Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione. “La Regione – è il suo ragionamento – è pronta ad occuparsi direttamente della ricostruzione, ma se il governo dovesse, legittimamente, fare un’altra scelta, l’importante è che le competenze siano chiare e definite: al commissario, insomma, onori e oneri”. Si tratta di una critica, non frontale nei confronti di Figliuolo, ma abbastanza netta sul metodo utilizzato nell’ultimo anno e mezzo, contrassegnato dalla polemica sui mancati ristori alle persone che hanno subito danni, ma anche da nuovi eventi calamitosi, sebbene meno pesanti di quelli di maggio 2023. Legambiente ha certificato che l’Emilia-Romagna nel 2024 è stata la regione più martoriata dall’emergenza climatica.

Dall’Emilia-Romagna sale così il pressing nei confronti del governo: se ne fa interprete un altro sindaco del Pd dei territori colpiti, il cesenate Enzo Lattuca, amico e testimone di nozze di de Pascale. “Spero – ha detto – che ci sia un cambio di rotta da parte del governo: bisogna individuare chi è stato eletto dai cittadini. Ma non mi pare che ci sia questa disponibilità e questa è un’anomalia. Spero ci possa essere un ripensamento, dimostrerebbe che c’è fiducia reciproca tra il governo e gli enti locali. Non si può tardare molto, perché dal 2 gennaio qualcuno ci deve essere e deve occuparsi prevalentemente o esclusivamente di questo. Noi chiediamo che venga incaricato il presidente de Pascale o un esperto in questi aspetti, non certo un militare”. La questione potrebbe essere affrontata nel prossimo consiglio dei ministri.

In pole, fra i militari, resta D’Ubaldi, ma lo slittamento della decisione pare che sia dettato dal fatto che Meloni cercherebbe un tecnico, per non rompere con de Pascale e la Regione Emilia-Romagna. Ci vorrebbe, per capirci, un nome importante, un Bertolaso di quindici anni fa, ma per ora non è stato trovato.

E comunque in Regione c’è chi interpreta lo slittamento della nomina come un segnale di apertura da parte del governo.