Bologna, 9 luglio 2024 – A pochi mesi dall’avvio i CAU - Centri di assistenza e urgenza a cui rivolgersi in caso di cure da codice bianco o verde proseguono spediti e si confermano un esempio a livello nazionale.
Istituiti dalla Regione Emilia Romagna per gestire le urgenze a bassa complessità, continuando a mantenere in capo ai Pronto soccorso le emergenze, oggi in tutto il territorio se ne contano 42 ma entro la fine dell’anno saranno 50.
Tra le novità anche la partenza, a fine anno, del Numero europeo per cure non urgenti 116-117, che da dicembre smisterà l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassi intensità/priorità.
A fare il primo bilancio dell’attività dei Cau, fornendo dati e numeri attraverso una conferenza stampa è l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini: “La riorganizzazione dell’emergenza urgenza sta dando i suoi frutti. E’ evidente il calo di accessi in Pronto soccorso a favore dei Cau, che capillarmente coprono il territorio regionale.Il sistema sta funzionando, grazie anche al lavoro del personale sanitario e ai cittadini che hanno compreso quanto sia importante accedervi in modo appropriato. Per l’Emilia-Romagna è una sfida, un modello innovativo di sanità che vuole continuare a erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed universalistica. Un modello che può diventare punto di riferimento a livello nazionale”.
Perché i cittadini si sono rivolti al Cau
Le prime otto cause per cui i cittadini si sono rivolti ai Centri di assistenza urgenza sono:
- 22,18% lesione o dolore agli arti e contusioni - 10,96% tosse, congestione, mal di gola o febbre - 5,71% dolore addominale - 4,6% eritema/problemicutanei - 3,7% lombalgia - 3,05% otalgia - 2,22% richiesta di prescrizione - 1,52% cefalea/emicrania
Gli accessi ai Cau e i tempi di attesa
Dall’avvio del servizio sono stati oltre 230mila gli accessi ai Cau per la gestione dei casi a bassa complessità, con tempi di attesa medi di 45 minuti. Su tutto il territorio sono le 42 strutture attive, che saliranno a 50 entro la fine dell’anno.
L’82% degli accessi avviene in orario diurno, principalmente (68%) da parte di persone tra i 18 e i 64 anni, e l’83% dei pazienti viene curato in loco. Emilia-Romagna, da gennaio a maggio 2024, i 42 Centri di assistenza urgenza attivi hanno ridotto la pressione degli accessi in Pronto soccorso del 15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi.
E per 2024 si prevedono 400mila accessi ai Cau, su un totale di 1,8/2 milioni al Pronto soccorso + Cau. Se si confrontano i dati gennaio-maggio di quest’anno con quelli dello stesso periodo del 2019 (ultimo anno utile considerato che dal 2020 fino ai primi mesi del 2023 i Ps hanno affrontato l’emergenza Covid), il calo è ancora più consistente: gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono passati, infatti, da 142 a 97 per 1.000 abitanti (-32%).
Complessivamente, considerando tutti i codici, gli accessi in Ps da gennaio a maggio 2019 erano stati 180 per 1.000 abitanti, contro i 159 dello stesso periodo 2024 (-21%).
I numeri dei Cau città per città
Secondo i dati elaborati dalla Regione che ha messo a confronto il periodo gennaio-maggio 2024 con lo stesso periodo del 2019, grazie ai Centri assistenza urgenza gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono diminuiti in tutta l’Emilia-Romagna, in particolare:
- Piacenza sono calati del 45% (da 149 accessi per 1.000 abitanti nel periodo gennaio-maggio 2019 a 82 nello stesso periodo del 2024) - Parma del 52% (da 111 a 53) - Bologna del 33% (da 168 a 113) - Ferrara del 37% (da 140 a 88) - Imola del 34% (da 119 a 78) - Reggio Emilia del 29% (da 117 a 83) - Modena del 19% (da 153 a 124) - Romagna del 27% (da 139 a 102)
Nei primi sei mesi di quest’anno, l’incremento di accessi tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%. Stabile all’83% la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura. I tempi di attesa sono mediamente pari a 45 minuti, con accessi prevalentemente in orario diurno (82%).
Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Centri di assistenza urgenza lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando.