REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Caos concessioni in Emilia Romagna, bagnini pronti allo sciopero. Ira Corsini: “Governo fermo, facciamo da soli”

Direttiva Bolkestein: adesione a macchia di leopardo per venerdì 9 agosto contro “l’immobilismo del governo”. Approvazione del provvedimento rinviato a prossimo Consiglio dei ministri

Caos concessioni: alcuni bagnini chiuderanno gli ombrelloni. A sinistra foto di repertorio, a destra l'assessore Andrea Corsini

Caos concessioni: alcuni bagnini chiuderanno gli ombrelloni. A sinistra foto di repertorio, a destra l'assessore Andrea Corsini

Bologna, 7 agosto 2024 – Sulla questione delle concessioni balneari si discute da tempo e nonostante la direttiva europea sarebbe dovuta entrare in vigore a inizio 2024 (perché nel 2021 il Consiglio di Stato aveva fissato la data del 31 dicembre 2023 come termine ultimo per riassegnare le concessioni), è stata rinviata a fine dicembre dal governo. La scadenza è sempre più vicina, eppure non si sa ancora quale sarà l'intervento che il governo intende mettere in campo per garantire una soluzione equa e sostenibile per tutte le parti coinvolte.

Con lo sciopero dei bagnini alle porte tra l’altro (il primo è previsto il 9 agosto, anche se sarà a macchia di leopardo), in molti attendevano che oggi il governo affrontasse il tema all’interno dell’ultimo Consiglio dei ministri prima delle vacanze. Tuttavia così non è stato: la discussione sulla direttiva Bolkestein e l’approvazione del provvedimento sulle concessioni sono stati ulteriormente rinviati. A quanto si è appreso da fonti di governo, infatti, il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo (al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali) verrà esaminato e approvato in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri.

Corsini: “Faremo da soli. Ci baseremo sul decreto Draghi”

Visto il rinvio del provvedimento a un prossimo cdm, l'assessore regionale dell'Emilia-Romagna a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, è intervenuto duramente: "Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro. Ho già convocato i Comuni costieri e le Associazioni di categoria dei balneari per fine agosto, prima non era possibile dal momento che siamo nel momento clou della stagione turistica. Questo Governo ha già dimostrato a sufficienza la propria totale incompetenza, prendendo in giro le imprese con false promesse e mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di pagare le sanzioni per la mancata applicazione della Bolkestein".

Visto anche lo sciopero degli stabilimenti proclamato da Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti, ha proseguito così Corsini: "Il nostro obiettivo è chiaro. Vogliamo scrivere e deliberare linee guida comuni e condivise per aiutare le amministrazioni costiere a fare le evidenze pubbliche e salvare così il comparto. Ci baseremo sul decreto Draghi per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese, parliamo di intere famiglie. E dobbiamo farlo noi, visto che questo Governo non solo non ha fatto nulla, ma ha peggiorato la posizione dell'Italia in Europa".

Sciopero bagnini: quando

Lo sciopero è stato indetto contro l’immobilismo del governo. Promosso da Fiba Confesercenti e Sib - Sindacato Italiano Balneari, la prima data sarà venerdì 9 agosto: gli ombrelloni verranno chiusi per due ore, dalle 7.30 alle 9.30. “Se il Governo e il Parlamento vanno in ferie senza una legge che tuteli la balneazione attrezzata italiana, noi chiuderemo gli ombrelloni”, si legge su un volantino che preannuncia l’iniziativa. 

Non tutti gli stabilimenti balneari aderiranno allo sciopero. Sono state però decise le altre date per contestare il governo: lunedì 19 agosto gli ombrelloni dovrebbero rimanere chiusi 4 ore. Poi si potrebbe proseguire giovedì 29 agosto e le ore di chiusura dovrebbero diventare 6 o 8. 

Direttiva Bolkestein: cos’è

La direttiva europea Bolkestein è stata approvata dalla Commissione nel 2006. Gli Stati dell’Unione hanno avuto tempo fino al 28 dicembre 2009 per attuarla e l’Italia ha adottato il provvedimento nel 2010. I vari governi italiani però nel tempo hanno disatteso la direttiva che prevede che gli spazi occupati da ambulanti e stabilimenti vengano messi a gara, a livello europeo, al momento della scadenza della concessione. Col timore di perdere gli spazi, i titolari delle concessioni hanno sempre fatto pressione perché la gara non avvenisse.