FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Caldo e alte concentrazioni di ozono in Emilia Romagna: dove e quali sono i rischi

Vanes Poluzzi, responsabile qualità dell'aria di Arpae: “C'è stato un anticiclone molto caldo che con ventilazione quasi assente ha accelerato la formazione del gas nell’atmosfera”

Il caldo intenso e l'assenza di vento in Emilia Romagna hanno fatto salire i valori di concentrazione dell'ozono nell'atmosfera

Il caldo intenso e l'assenza di vento in Emilia Romagna hanno fatto salire i valori di concentrazione dell'ozono nell'atmosfera

Bologna, 13 luglio 2024 – Il caldo intenso di queste settimane in Emilia Romagna ha fatto salire le concentrazioni di ozono in cielo. "La presenza dell’alta radiazione solare di questi giorni ha fatto sì che dal 7 e dall’8 luglio ci sia stato un incremento con valori importanti. Poi l’11 luglio abbiamo toccato il valore della soglia di attenzione a Forlì e a Rimini. L’ozono è un ossidante e il superamento delle soglie di legge deve essere comunicato in maniera appropriata, visto che può dare particolari problemi alle via aeree”. A dirlo è Vanes Poluzzi, responsabile di Ctr qualità dell'aria di Arpae Emilia Romagna, che spiega come questa settimana in particolare la Romagna, ma in generale molte zone un po’ in tutta la regione, siano state investite da ondate particolarmente intense di caldo che sono state concause di una proliferazione di ozono. 

Sommario

Alte concentrazioni di ozono: perché è accaduto

“Dal punto vista meteorologico, c'è stato un anticiclone molto caldo che ha portato aria calda dalle regioni a sud del Mediterraneo, quindi anche dall’Africa, fino alla pianura Padana”, spiega Poluzzi. “Ciò ha contribuito ad avere alte temperature anche ad alte quote. In queste condizioni e con ventilazione quasi assente l'ozono può formarsi molto bene”.

È stato un crescendo quindi di caldo e di concentrazioni di ozono da inizio a metà settimana poi la perturbazione fredda che ha lambito l’area alpina ha aumentato la ventilazione anche in Emilia dal 12 luglio, così i valori si sono abbassati. “Quasi tutta la regione è stata sottoposta a ventilazioni alpine e prealpine. Questo ha contribuito nell'area centro occidentale di mantenere più bassi i valori”, continua Poluzzi.

Previsioni per la prossima settimana

“Anche se da lunedì bisognerà poi verificare di nuovo i dati, la previsione è che ci sarà un altro sistema anticiclonico, proveniente sempre dal sud e dal Sahara con valori molto elevati riguardo le temperature. Per questo dalla prossima settimana si prevede un ulteriore sviluppo di concentrazioni di ozono”.

L'esperto di qualità dell'aria di Arpae Emilia Romagna, Vanes Poluzzi
L'esperto di qualità dell'aria di Arpae Emilia Romagna, Vanes Poluzzi

Quando c’è stato il picco

“Nella giornata dell’11 luglio sono stati osservati valori di ozono troposferico pari alla soglia di informazione oraria di 180 μg/m³ (cioè il valore massimo della media oraria giornaliera), nelle stazioni di Forlì Parco Resistenza alle ore 17 e Rimini San Clemente alle ore 14”, si legge in una nota di Arpae Emilia Romagna. Ma si sono registrati valori alti anche a Parco Montecucco di Piacenza (valore di 179), seguito da Castellarano a Reggio Emilia (173) e Verucchio a Rimini (172).

Se si guardano invece i dati del 12 luglio, il valore massimo della media di 8 ore giornaliere (cioè 120 μg/m³) è stato superato in ben 15 zone della regione: più colpite le province di Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Bologna. Sono comunque in diminuzione rispetto alle 27 del giorno prima (su un totale di 34 stazioni di fondo).

Cosa significano questi dati? 

Per legge sono due i dati che devono essere comunicati ai cittadini riguardo l’alta concentrazione di ozono nell’aria. 

Uno è la soglia di informazione (limite 180 μg/m³) ovvero il valore medio orario. La popolazione, cioè, deve conoscere i dati nell’ora precisa in cui si raggiunge il limite. 

La soglia di informazione è il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione.

Poi c’è il valore obiettivo (limite 120 μg/m³), ovvero il valore medio delle 8 ore di una giornata. La popolazione deve sapere qual è la media di concentrazioni del gas, su un certo numero di ore

Il valore obiettivo è il livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo.

Infine c’è la soglia d'allarme (limite 240 µg/m³). Si tratta di una media oraria come la soglia di informazione. È il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata. Il superamento della soglia deve essere misurato o previsto per tre ore consecutive.

Cos’è l’ozono

L’ozono “è un gas che si forma per reazione in atmosfera, ma non viene emesso direttamente” come potrebbe trattarsi del particolato, spiega Poluzzi. “Viene prodotto attraverso reazioni catalizzate dalla radiazione solare e dalla temperatura”. Più nello specifico: “È un grande ossidante: si forma in alcune condizioni (non è inquinante emesso da attività) come la presenza nell’atmosfera di composti organici volatili (che possono provenire anche dalla natura, come dall'agricoltura o dalle foreste) e gli ossidi di azoto (la cui principale fonte è il traffico veicolare). Questi due grandi composti se si trovano in atmosfera, associati alla scarsità di ventilazione e al molto caldo (in reazione anche con l'ossigeno) portano a creare grandi quantità di ozono”.

Sintetizzando: “Il fenomeno della produzione di ozono non è lineare ed è in funzione sia della distanza dalle emissioni, sia delle condizioni meteorologiche”, conclude Poluzzi.

I rischi per la salute

L'ozono troposferico1 (O3), dopo il particolato, è l’inquinante atmosferico che, per tossicità e diffusione, incide maggiormente sulla salute umana. È un irritante delle mucose, a causa del suo alto potere ossidante”.

“Le concentrazioni di ozono più elevate si registrano nei mesi più caldi dell'anno e nelle ore di massimo irraggiamento solare. L’ozono è un irritante delle mucose, a causa del suo alto potere ossidante e può causare seri problemi anche all’ecosistema, all’agricoltura e ai beni materiali”, si legge in un documento del Ministero della Salute.