Bologna, 5 settembre 2024 – “Le bugie del Governo sono state smascherate. Per due anni hanno alimentato le false speranze dei balneari e ora, come noi avevamo più e più volte ribadito, l’inganno è sotto gli occhi di tutti. Le gare per le concessioni si faranno, si devono fare, ed è tutto scritto nero su bianco nel ddl approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Con un ulteriore aggravante a peggiorare il quadro: il documento è confuso e presenta diversi aspetti controversi che rischiano davvero di mettere a rischio un settore che, solo da noi, conta 1.500 imprese”.
Così l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto che proroga le concessioni balneari fino al mese di settembre 2027. “È un documento che va modificato e migliorato - aggiunge -. Ad esempio, scarica sui sindaci la responsabilità di applicare o meno la proroga delle concessioni al 2027 aprendo a infiniti contenziosi, per non parlare della discrezionalità, sempre sulle spalle dei primi cittadini, di imporre le demolizioni delle strutture pre-esistenti al vecchio concessionario, a sue spese, in caso di nuova assegnazione e dell’assist offerto ai grandi capitali. Entrando nel merito, a nostro parere in sede di gara devono essere tenute in considerazione quelle concessioni che sono gestite da chi possiede già un albergo o campeggio o villaggio turistico, va cioè valorizzata l’integrazione già esistente fra ricettività e servizi di spiaggia".
“Il velo dell’ipocrisia e dell’incompetenza va squarciato. Ci sono diversi aspetti da riconsiderare e speriamo che il margine per dare le giuste risposte alle imprese, ai lavoratori e ai cittadini che utilizzano i servizi, venga trovato - afferma l’assessore Corsini -. Il lavoro sulle nostre linee guida, con i sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, va avanti. Consegneremo al Governo il nostro documento e magari questa volta qualcuno a Roma capirà che non si può fare sempre e solo campagna elettorale, ma che, per il bene comune, occorre mettere da parte le ideologie”. “Sugli indennizzi poi non ci siamo - conclude Corsini -. È sparito il valore aziendale, che era uno dei punti fermi del decreto Draghi. Senza contare il criterio incomprensibile e pericoloso che prevede la possibilità di aumentare l’indennizzo da parte degli offerenti, dando la possibilità a chi ha più capitali di avvantaggiarsi mettendo ancora più a rischio migliaia di imprese a conduzione familiare che operano in Riviera”.