CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Alluvione, intervista a Elena Ugolini: "In emergenza serve pragmatismo. E la Regione non ne ha avuto"

La candidata civica appoggiata dal centrodestra in Emilia-Romagna: ora il programma di cosa serve fare "La disobbedienza istituzionale di Faenza una provocazione per segnalare la necessità di un cambiamento"

Bologna, 27 settembre 2024 – Il gesto di disobbedienza civile del sindaco di Faenza ha sortito i primi effetti: il ‘suo’ progetto di cassa di espansione verrà realizzato con una procedura d’urgenza. Cosa ne pensa? È questa l’idea di dialogo tra le istituzioni che ha in mente lei?

"È giusto preoccuparsi dei propri cittadini – risponde Elena Ugolini, candidata civica alla presidenza dell’Emilia-Romagna sostenuta dal centrodestra –. Per situazioni straordinarie occorrono norme e regole straordinarie. Il suo invito alla disobbedienza istituzionale mi sembra un’evidente provocazione per segnalare la necessità di un cambiamento. Non si può rimanere ad aspettare che ritorni un’alluvione per muoversi, occorre fare gli interventi necessari in modo sistematico e preventivo, cosa che non è stata fatta negli ultimi decenni, e occorre semplificare l’iter amministrativo e burocratico a tutti i livelli".

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Molti cittadini romagnoli si sono trovati alluvionati tre volte in poco più di un anno: quali misure si devono mettere in campo adesso per i privati, forti dell’esperienza del 2023?

"I comitati degli alluvionati che fin dall’inizio di questa campagna elettorale ho incontrato hanno due richieste: mettere in sicurezza il territorio e non trattare eventi straordinari con leggi ordinarie. L’esistenza di un protocollo unico per le emergenze potrebbe snellire le pratiche. I cittadini chiedono che per i rimborsi non si tenga conto delle piccole difformità edilizie. Dobbiamo cercare di sburocratizzare e velocizzare, ponendo fiducia nei cittadini e nei tecnici facendo verifiche ex post".

Capitolo risarcimenti fino a 6mila euro per i beni mobili. I provvedimenti del passato dimostrano che non è stata la prima calamità in cui sono stati rimborsati e almeno in un’altra occasione – L’Aquila – la cifra è stata anche superiore. Ritiene idonea la somma proposta? Intendeva questa cifra secondo lei la premier Meloni quando annunciò risarcimenti al 100%?

"La cifra di 6mila euro è forfettaria e fa riferimento ai soli beni mobili. Questa somma si aggiunge agli oltre 3 miliardi di stanziamenti del governo tra ricostruzione privata e pubblica. Ricordiamo che la Regione per il terremoto del 2012 non ha stanziato nemmeno un euro per i beni mobili, mentre per l’alluvione del 2019 ha adottato la determina per i rimborsi solo a luglio di quest’anno".

Chi ha sbagliato in questa nuova alluvione, visto che critiche a Governo e Regione sono arrivate da sindaci di ogni schieramento?

"Parlano i fatti: in Regione da 54 anni governa lo stesso partito e la politica è nelle mani delle stesse persone. La mancanza di attenzione nei confronti della tutela del territorio, che non è un dato solo attuale ma riguarda anche il passato, ha causato quello che abbiamo vissuto. I fondi per il dissesto idrogeologico sono stati spostati su altri progetti per scelte politiche. Paghiamo le conseguenze di anni in cui non è stata fatta da parte della Regione un’adeguata manutenzione del territorio. Senza pulire i fiumi, senza abbassare i letti dei corsi d’acqua per non ridurre la portata, senza togliere i tronchi dagli archi dei ponti, senza governare i fiumi e i loro affluenti costruendo casse di espansione, invasi per trattenere l’acqua e ridistribuirla nei periodi di siccità, non potremo mai uscire dall’emergenza. Le gravi conseguenze di oggi sono dovute a scelte del passato".

Se oggi lei fosse governatrice in carica dell’Emilia-Romagna quale sarebbe il suo primo atto per la difesa del suolo e contro il dissesto idrogeologico?

"Le prime cose da fare sono una drastica semplificazione, fissando un cronoprogramma a breve termine degli interventi di manutenzione e delle opere da realizzare. Penso ai progetti di casse di laminazione ed espansione ancora da terminare. Serve pragmatismo e la Regione finora ha dimostrato di non averne".

Molti comuni di piccole dimensioni si sono trovati investiti dell’onere di realizzare opere complesse, lamentando l’impossibilità tecnica di progettarle e concretizzarle: come si possono aiutare?

"Perché a seguito della richiesta di Figliuolo di avere a disposizione il numero dei tecnici previsti per la struttura del sisma 2012, quindi circa 270 tecnici, la Regione ha risposto “picche”? Se parliamo poi dell’assenza di manodopera per le strutture comunali, questo è un tema sul quale dobbiamo tutti riflettere".

Cosa cambierebbe della gestione dell’alluvione 2023?

"La gestione dei cantieri. La Regione non ha messo in sicurezza il territorio e non ha fatto a regola d’arte i lavori di somma urgenza. Avrei previsto pratiche semplificate per i rimborsi. Le difformità edilizie minori, che non incidono sulla creazione di ulteriori volumi, dovevano essere oggetto di regolarizzazione veloce e immediata. Inoltre, doveva essere la possibilità di depositare contestualmente la domanda dei rimborsi senza dover aspettare la regolarizzazione delle difformità".