Bologna, 25 maggio 2023 – A distanza di una settimana dall’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, l’acqua mista a fango e detriti continua a defluire verso le foci dei fiumi della costa romagnola. Nel video girato da un drone è ben evidente l’ingresso dell’acqua fangosa del fiume Lamone, uno dei 23 corsi d’acqua che sono esondati, in mare a Marina di Romea.
Questo fenomeno è stato ripreso anche dai satelliti Sentinel-2 e Sentinel-3 del programma Copernicus EU, le cui immagini, rielaborate da Ispra, mostrano come a distanza di diversi giorni dall’evento alluvionale, sia ancora intensa la portata dei flussi alle foci di fiumi e canali nel Mar Adriatico settentrionale.
“La colorazione dei pennacchi – spiega l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – è associata al trasporto dei sedimenti e non è di per sé indicativa di possibili criticità ambientali”.
L’alluvione: i dati di oggi
Nelle aree della bassa collina e pianura romagnola, costa romagnola e pianura bolognese resta alto il livello di attenzione per il forte rischio idraulico e idrogeologico, per cui è stata emanata l’ennesima allerta meteo rossa anche per venerdì 26 maggio. Notizie più incoraggianti, invece, provengono dai dati pubblicati dalla Regione sul fronte sfollati. Calano le persone evacuate, che passano dalle oltre 23mila di ieri a 20.756. Un dato influenzato soprattutto dalla diminuzione in provincia di Ravenna, dove scendono da 17mila a 14.161. Le persone che hanno lasciato la propria abitazione nella provincia di Bologna sono 2.104, in quella di Forlì-Cesena 4.491.
Intanto non si ferma l’attività di assistenza alla popolazione. Le persone accolte in strutture messe a disposizione dai Comuni o in alberghi, sono 1.902, 135 in più rispetto a ieri, di cui 94 minori.
Sono ancora 714 le strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione: 259 quelle con restrizioni solo parziale, mentre 455 sono completamente vietate al transito.
Al momento si confermano 376 le frane principali che hanno creato grandi disagi sul territorio, oltre migliaia, invece, le micro frane attive. Per soccorrere i cittadini di questa zona martoriata dall’alluvione sono oltre 1.860 i volontari di Protezione civile attualmente impegnati sul campo. Di questi 697 provengono dalle organizzazioni nazionali di volontariato, 315 dall’Emilia-Romagna e 850 dalle colonne mobili di altre Regioni.