Bologna, 24 maggio 2023 – Di lotta e di governo, e non per modo di dire. È il riassunto della settimana del viceministro di FdI alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, uomo forte della premier Giorgia Meloni in Emilia-Romagna – non a caso l’unico politico presente durante la visita del primo ministro nei luoghi del disastro – e volto in prima linea dell’esecutivo nei territori devastati da alluvioni e frane.
Il governatore Bonaccini parla di un miliardo di danni alle infrastrutture regionali: è una stima corretta?
"È una stima sicuramente destinata a cambiare nelle prossime settimane, sia a causa delle frane sia per le altre lesioni subite dal territorio. L’orografia di interi luoghi è stata trasformata: ci aspetta una lunga fase non solo di ripristino, ma anche di vera e propria progettazione di strade e infrastrutture danneggiate".
Una settimana dopo il disastro la situazione qual è?
"Tutte le strade che si potevano liberare sono già state liberate, altre presentano lesioni così significative che il loro recupero è impossibile in condizioni di sicurezza, altre infine non esistono proprio più".
Quindi come procederete nei prossimi mesi?
"Dobbiamo fare in fretta e dobbiamo fare bene, e questo richiederà una profonda attività di studio, controllo e analisi per capire cosa sta succedendo nel sottosuolo emiliano-romagnolo. Tanti sindaci hanno evidenziato che alcune strade sono crollate esattamente dove si sapeva che c’era un movimento franoso in corso, ma anche che molte altre sono venute giù dove non c’era alcuna avvisaglia di pericolo".
C’è il rischio che quest’estate la Romagna non possa essere raggiunta facilmente?
"Assolutamente no. Sono convinto che le principali strade saranno tutte riattivate per garantire, a chi vorrà andare in vacanza in Romagna, di poterlo fare. Così come di raggiungere e muoversi da quei territori per ragioni lavorative. Già in pochi giorni sono state riaperte arterie fondamentali come l’A14 e la linea ferroviaria Adriatica, un risultato emblematico del lavoro svolto dai volontari e dai tecnici di Anas, Ferrovie e Autostrade, a cui rivolgo un ringraziamento, in questo caso, non di rito".
Lei è stato in prima linea nel seguire le fasi più critiche dell’emergenza: si aspettava un disastro di questa portata?
"No. Quando è iniziato a piovere ero sulla strada provinciale della Futa, in provincia di Bologna: certo, c’era una pioggia intensa, ma mai ci saremmo aspettati uno scenario simile. Sono stati giorni frenetici, in cui si è dormito poco perché il cellulare squillava sempre. Ma ho visto una comunità che saputo reagire. Tutti i sindaci, al di là della loro appartenenza politica, sono stati davvero il primo presidio e il riferimento dei cittadini".
Il momento in cui ha avuto più paura?
"Più che paura, una sensazione di totale impotenza: è stato nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, mentre ero in A14 tra Forlì e Cesena e l’autostrada è stata invasa dall’acqua".
C’è qualcosa che ha colpito in particolar modo il premier Meloni durante la sua visita alle zone alluvionate?
"La determinazione e la tenacia di tutte le persone che abbiamo incontrato. Nessuno si è lamentato, nessuno si è lasciato andare, tutti erano proiettati sulla ripresa e sulla ricostruzione. Questo mi fa sentire parte di una comunità e di un popolo feriti, ma che sono sicuro che ne usciranno più forti di prima".
Bonaccini può essere la figura giusta per essere il commissario alla ricostruzione?
"Oggi (ieri, ndr ) in Consiglio dei ministri non abbiamo affrontato il tema, la nostra priorità era dare risposte ai cittadini e alla regione. Ci riserviamo un approfondimento nei prossimi giorni su quale possa essere la soluzione migliore".