MONICA RASCHI
Cronaca

Aborto in Emilia-Romagna: tutte le strutture dove può essere praticato

Per la prima volta l’Istituto Superiore di Sanità ha resto noto l’elenco di tutti gli ospedali, ambulatori, consultori dove la gravidanza può essere interrotta. In Emilia-Romagna sono 40

Sempre più in aumento, in Emilia-Romagna, il ricorso ai farmaci per interrompere la gravidanza

Sempre più in aumento, in Emilia-Romagna, il ricorso ai farmaci per interrompere la gravidanza

Bologna, 14 aprile 2025 – Il primo elenco ufficiale delle strutture (ospedali, consultori e ambulatori) dove può essere praticata l’interruzione volontaria di gravidanza (ai sensi della legge 194/78), è stata pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità.

Un passo senza dubbio importante per le donne che intendono avvalersi di questo diritto e che ora sanno a quale struttura, più vicina a loro, rivolgersi.

Le strutture in Emilia-Romagna

Sono 40 in tutto il territorio ragionale.

Di seguito la mappa: ospedale Guglielmo da Saliceto (Piacenza), ospedale Castel San Giovanni (San Giovanni, Piacenza), ospedale Fidenza (Parma), ospedale Franchini (Montecchio, Reggio Emilia), ospedale Sant’Anna (Castelnovo ne’ Monti, Reggio Emilia), arcispedale Santa Maria Nuova (Reggio Emilia), ospedale Ramazzini (Carpi, Modena), ospedale Santa Maria Bianca (Mirandola, Modena), ospedale Vignola (Modena), ospedale civle Santa Maria della Scala (Imola, Bologna), ospedale Maggiore (Bologna), ospedale Costa (Porretta Terme, Bologna), stabilimento ospedaliero Santissima Annunziata (Cento, Ferrra), ospedale degli Infermi (Faenza, Ravenna), ospedale Morgagni-Pierantoni (Forlì), ospedale Bufalini (Cesena), ospedale Infermi (Rimini), nuovo ospedale Civile (Sassuolo, Modena), ospedale Cervesi (Cattolica), Casa di cura città di Parma (Parma), ospedale privato Domus Nova (Ravenna), Azienda ospedaliero-universitaria di Parma (Parma), Azienda ospedaliero-universitaria di Modena (Modena), Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara (Ferrara), Policlinico Sant’Orsola (Bologna), Consultorio Parma centro (Parma), Consultorio di Carpi (Carpi), Consultorio familiare di Modena (Modena), Consultorio Riccione (Riccione), Salute Donna presso stabilimento ospedaliero Santissima Annunziata (Centom Ferrara), ospedale di Ravenna – poliambulatorio (Ravenna), Centro socio-sanitario 2 Consultorio (Ravenna), ospedale Maggiore – ambulatorio (Bologna), ospedale Rimini – poliambulatori (Rimini), Azienda ospedaliera Parma – ambulatori (Parma), Azienda ospedaliera Ferrara – ambulatori (Ferrara), Consultorio familiare di San Giovanni in Persiceto (San Giovanni in Persiceto, Bologna), Distretto Piacenza – Consultorio familiare (Piacenza), Consultorio familiare Scandiano (Scandiano, Reggio Emilia).

Il numero degli aborti

Nei 40 tra ospedali, ambulatori, consultori della regione il numero totale delle interruzioni volontarie di gravidanza è stato di 5.867. Da sottolineare che di queste interruzioni di gravidanza, quelle eseguite tramite farmaci sono state 4.370, un numero in decisa crescita rispetto agli anni precedenti (i dati, gli ultimi resi noti, si riferiscono al 2022 e sono stati pubblicati dall’Istat). 

I farmaci

Nei primi anni 2000 l’OMS ha inserito mifepristone e prostaglandine, utilizzabili dal 1980 per l’aborto farmacologico, nella lista dei farmaci essenziali. In Italia, il mifepristone è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2009 per l’aborto farmacologico entro 49 giorni di gestazione e con necessità di ricovero ospedaliero, in linea con il parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità. 

Da agosto 2020, a seguito della Circolare del ministero della Salute, sia gli ambulatori sia i consultori, autorizzati dalle regioni, possono effettuare l’aborto farmacologico.

Obiezioni di coscienza

I dati del 2021, forniti dall’Istituto superiore di Sanità in ambito nazionale confermano un’alta percentuale di obiettori (63,4% dei ginecologi, 40,5% degli anestesisti e 32,8% del personale non medico) con variazioni regionali per le tre categorie. Dal 2020 la relazione contenente i dati definitivi fornisce nuovi parametri per approfondire il tema dell’obiezione di coscienza e in particolare l’impatto che l’esercizio del diritto all’obiezione può avere sull’accesso al servizio interruzione alla gravidanza da parte delle donne e sul carico di lavoro degli operatori sanitari non obiettori.

In base a questi parametri, nel 2021 il 59,6% delle strutture con reparto di ostetricia e/o ginecologia (335/560) in Italia ha effettuato Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza). Risultano disponibili 2,8 punti Ivg ogni 100.000 donne in età fertile e il carico di lavoro medio settimanale di ogni ginecologo non obiettore dal 2017 al 2021 presenta valori in diminuzione nel tempo (0,9 interruzioni di gravidanza medie settimanali nel 2021; 1 nel 2020; 1,1 nel 2019 e 2018; 1,2 nel 2017). Le regioni in cui si osserva un carico di lavoro più alto per i ginecologi non obiettori sono Molise (2,8 Ivg medie settimanali), Campania (2,4) e Puglia (2,1).