MADDALENA DE FRANCHIS
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Fai, i luoghi del cuore dell'Emilia Romagna: ecco i primi dieci classificati

L’undicesima edizione premia ville, complessi termali e monumenti dislocati in tutta la regione

Bologna, 16 febbraio 2023 – Sono stati presentati questa mattina i risultati dell’undicesima edizione del censimento nazionale ‘I luoghi del cuore’, promosso dal Fai-Fondo per l’ambiente italiano in collaborazione con il gruppo Intesa San Paolo. Conclusosi il 15 dicembre scorso - con 1.500.638 voti raccolti per più di 38.800 luoghi, da un capo all’altro del Paese - il censimento si conferma la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, com’è nella missione del Fai.

La classifica dei luoghi del cuore più votati è stata annunciata alla presenza di Marco Magnifico, presidente del FAI, e di Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, e con la partecipazione dei rappresentanti dei tre beni vincitori, che riceveranno, a fronte di un progetto, un contributo per il restauro e la valorizzazione.

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I primi 3 luoghi più votati in Emilia-Romagna

Via Vandelli, tra Emilia-Romagna e Toscana Prima in regione e quarta nella classifica nazionale, con 26.261 voti, ecco via Vandelli, considerata ‘la madre di tutte le strade moderne’. La leggendaria strada “illuminista” del Ducato Estense, progettata attraverso l’Appennino tosco-emiliano e le Alpi apuane, tra Emilia-Romagna e Toscana, fu voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare i centri del potere estense – in particolare la sua capitale, Modena – al mar Tirreno, per lo sviluppo del commercio dalla Pianura Padana al porto di Massa.

I 172 chilometri dell’ardita infrastruttura carrozzabile – che oggi tocca 21 comuni - furono realizzati a partire dal 1739 dall’abate, cartografo e matematico Domenico Vandelli, inventore delle isoipse, le curve di livello ancora oggi utilizzate dai cartografi. Lungo il percorso, che culmina nel Passo della Tambura, a 1.620 metri, e copre un dislivello complessivo di quasi 5.400 metri, si conservano tratti lastricati originari e sono ancora individuabili le tracce degli edifici, voluti dal Vandelli, con funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Il tratto più spettacolare, nonché l’apice dal punto di vista tecnico e ingegneristico, è la discesa Campaniletti-Massa che, con 6 chilometri di muri a secco realizzati dal Vandelli per sostenere la carrozzabile, scende dalle Apuane al mare.

Antica Salina Camillone, Cervia (Ra) Seconda in classifica regionale e 24esima in quella nazionale, con 9.333 voti, l’antica salina Camillone è parte integrante del Museo del sale di Cervia ed è l’ultima su 149 a essere rimasta attiva dopo la trasformazione funzionale del 1959, anno in cui le “salinette”, lavorate fino ad allora artigianalmente, furono accorpate in grandi vasche di evaporazione e raccolta del sale. Qui i salinari volontari producono il sale ancora con il metodo antico, con gli attrezzi in legno e le antiche procedure. Il sale della Salina Camillone è presidio Slow Food dal 2004.

Complesso termale: mescita delle acque e le vecchie terme, Medesano (Pr) Terza in regione e 38esima in classifica nazionale, con 7.332 voti, Sant’Andrea Bagni è una frazione del comune di Medesano e sorge tra boschi di querce e castagni, a pochi passi da Parma. È divenuta famosa per il suo bacino idrotermale già all’epoca degli Etruschi, i primi a scoprire le proprietà delle acque curative del Rio Fabbro. La stazione delle acque data la sua origine al 1887, quando Giacomo Ponci e soprattutto il figlio Carlo, proprietari dei terreni lungo le fonti del Rio Fabbro, decisero di promuovere la fase industriale della raccolta delle acque minerali, ai fini dell’erogazione delle cure. Su concessione dello Stato, aprirono intorno al 1912 il primo stabilimento per le cure termali e una mescita per la distribuzione dell’acqua alcalina a uso bibita.

Il Complesso delle terme di Sant’Andrea Bagni è l’unica stazione idrotermale dell’Italia centro-settentrionale a raccogliere in uno stesso bacino acque per cure termali e acque minerali per cure idropiniche. La mescita è l’edificio dedicato a quest’ultima tipologia di cure e conta ben otto tipi diversi di acque medicinali da bere: è il solo dei due edifici ancora aperto al pubblico (da maggio a ottobre), ma necessita di alcuni interventi di manutenzione. Le vecchie terme sono invece chiuse da 20 anni e sono in totale stato di abbandono.

Il resto della ‘top ten’ emiliano-romagnola

Al quarto posto in classifica regionale, con 4.706 voti, troviamo un altro tesoro del Parmense: la Camera della Badessa, ritenuta uno dei capolavori del maturo Rinascimento italiano. Affrescata dal Correggio nel 1519, è parte del Complesso monumentale di San Paolo, un monastero benedettino fondato verso l’anno Mille dal vescovo di Parma, Sigefredo II, presso la chiesa (oggi sconsacrata), eretta nel 985 per accogliere le reliquie di Santa Felicola. Seguono, al quinto posto con 4.682 voti, il viale dei tigli e la chiesa di Rigosa a Bologna. Fatta erigere, nel suo nucleo originario, da Matilde di Canossa e successivamente ampliata e arricchita, la chiesa, intitolata a Santa Maria del Carmine, è raggiungibile percorrendo uno scenografico viale di imponenti tigli. I 26 esemplari di Tilia tomentosa hanno un valore monumentale e sono stati sottoposti a tutela della regione Emilia-Romagna. Sesto posto, con 4.180 voti, per Villa Verdi, a Villanova sull’Arda, nel Piacentino: è la dimora che Giuseppe Verdi scelse per oltre cinquant’anni, per trovare la pace e la tranquillità necessarie a concepire le sue opere. Il compositore acquistò la villa nel 1848 e la rese sempre più sua, eseguendo lui stesso schizzi degli ampliamenti fin nei minimi dettagli. È circondata da un vasto parco romantico, ricco d’alberi anche d’origine esotica. A seguito di un mancato accordo tra gli eredi di Verdi, è stata affidata a un custode giudiziario per essere messa all’asta, ed è stata di conseguenza chiusa alle visite da novembre 2022. Numerose istituzioni, a cominciare dalle principali fondazioni liriche italiane, hanno unito le loro voci - anche invitando a partecipare ai Luoghi del Cuore – per chiedere che Villa Verdi diventi un bene di proprietà pubblica, stabilmente fruibile dal pubblico, per tenere viva la memoria verdiana. Al settimo posto, con 3.905 voti, ecco la fontana di Palazzo Tozzoni, a Imola (Bo), una vasca dall’elegante profilo mistilineo e risalente alla seconda metà del 1700; all’ottavo posto (3.354 voti) si piazzano l’imponente monastero della Torre e l’annessa Chiesa di Santa Maria della Ripa: si tratta di un sito dalla storia lunga e articolata che, al centro di Forlì, occupa una superficie complessiva di circa 23.000 metri quadrati. Conquista il nono posto (2.127 voti) Casa Fabbrani, nel cuore di Mercato Saraceno: il palazzo, internamente decorato con importanti affreschi, ospita la nuova sede della Fondazione Maratona Alzheimer e accoglierà il primo centro studi e ricerca sull’Alzheimer in Italia. Chiude la top ten, con 617 voti, l’antico deposito ferroviario di Reggio Emilia, risalente ai primi del Novecento e attualmente in attesa di un’auspicabile riconversione museale.

La classifica nazionale

La classifica nazionale vede sul podio, al primo posto, la chiesetta di San Pietro dei Samari a Gallipoli (Le), seguita dal Museo dei Misteri a Campobasso e, al 3° posto, la chiesa di San Giacomo della Vittoria ad Alessandria. La classifica completa dei Luoghi del cuore Fai, regione per regione, è disponibile sul sito web della Fondazione (www.iluoghidelcuore.it).