Ancona, 26 giugno 2020 – Se quanto previsto dai sondaggi dell’Istituto Noto sulle elezioni regionali delle Marche 2020 venisse confermato dal voto di settembre, saremmo di fronte a un esito storico. L’indagine demoscopica, infatti, attribuisce a Francesco Acquaroli, candidato del centrodestra, il 48% dei consensi contro il 40% di Maurizio Mangialardi (centrosinistra) e il 9% di Mercorelli (Movimento 5 Stelle).
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Sono numeri che per la prima volta in 50 anni consentirebbero a un esponente estraneo alla tradizione del centro e della sinistra di conquistare la poltrona di presidente della Regione. Una missione alla quale, per la verità, Acquaroli si era già dedicato alle ultime consultazioni, quelle di cinque anni fa. Ma allora il centrodestra correva diviso. Da una parte Fratelli d’Italia e la Lega, all’epoca ancora con la vocazione nordista nella ragione sociale, soffiavano nelle vele proprio dell’ex sindaco di Potenza Picena; dall’altra Forza Italia, rifugio elettorale di Gian Mario Spacca, transfuga di un centrosinistra che gli aveva sbarrato la strada del terzo mandato. Acquaroli giunse terzo con il 18,98% dietro il Cinque Stelle Maggi. A Spacca andò persino peggio: 14.21%. La spuntò col 41,07% il candidato del Partito Democratico, Luca Ceriscioli, cui sarebbe toccato in sorte un percorso accidentato: prima il terremoto, poi l’emergenza Covid-19. Un lustro dal peso specifico epocale, chiuso con un’altra giravolta dal fronte progressista: niente secondo mandato per l’ex sindaco di Pesaro, si punta tutto sul primo cittadino di Senigallia.
In questo scenario Acquaroli, per quanto ancora molto giovane (compirà a settembre 46 anni), sembra quasi un sopravvissuto. “È pulito, crede in quello che fa, per questa regione c’è sempre stato e l’ha scelta – dice di lui la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista al Carlino - : era consigliere regionale e ha preferito tornare a fare il sindaco, come adesso da deputato preferisce fare il presidente di Regione. E questo non è scontato in questi giorni. Una scelta d’amore e di responsabilità. Quando guardo Francesco, penso sempre che la forza non ha bisogno di essere aggressiva”. È stata proprio la presidente del partito della destra italiana a impuntarsi con gli alleati per blindarne la candidatura. Obiettivo raggiunto. All’orizzonte c’è una sfida più grande e difficile, ma, stando al sondaggio di Noto, tutt’altro che impossibile.