Ancona, 2 marzo 2020 - Maurizio Mangialardi, 55 anni, sindaco di Senigallia e presidente dell’Anci Marche, è il candidato governatore del Pd per le elezioni regionali. La decisione è arrivata ieri quasi all’unanimità (2 contrari) al termine della direzione dei dem alla quale ha partecipato il vice segretario nazionale Andrea Orlando.
Leggi anche Ceriscioli fa un passo indietro e appoggia Mangialardi
Maurizio Mangialardi, fino a poco tempo fa il Pd e il centrosinistra puntavano sulla sindaca di Ancona Valeria Mancinelli o sul civico Sauro Longhi ex rettore della Politecnica. Come nasce la sua candidatura? "Da alcune valutazioni e dal grande gesto del presidente Luca Ceriscioli per tirare fuori dalle paludi il centrosinistra. Ha disegnato un percorso partendo dal mio nome e dalla rinuncia alla sua candidatura: una cosa che in politica non accade mai".
Quando si è delineata la situazione? "Una decina di giorni fa, Ceriscioli mi ha chiamato chiedendomi la disponibilità a candidarmi in presenza di una convergenza civico-istituzionale. Ho trovato il consenso di un centinaio di sindaci dell’intero territorio regionale, da Lunano a Rotella. Ma sono state decisive le disponibilità di due primi cittadini: Valeria Mancinelli di Ancona, che con il suo passo di lato è stata determinante, e poi Matteo Ricci di Pesaro".
Nella direzione regionale del suo partito, comunque, non sono mancati degli attacchi a lei per la vicende giudiziarie che la vedono protagonista. "Partiamo dalla fine: la mia candidatura è arrivata con l’unanimità eccetto due contrari. Poi i colpi bassi ci stanno, ma alla fine si va avanti. Detto questo, i problemi con la giustizia sono tutti legati all’alluvione del 2014. Come sempre noi sindaci quando proviamo a risolvere le esigenze dei cittadini in situazioni molto difficili alla fine ci troviamo a dover affrontare anche altri tipi di problemi".
Mangialardi, esistono però anche incomprensioni con gli allaeti di centrosinistra che non si aspettavano il suo nome. "Avere un Pd forte e compatto in questo momento mi sembra una risorsa per il centrosinistra. Certo, si era partiti con altre modalità e con un riferimento su un nome civico, ma posso tranquillamente dire che quelle indicazioni verranno recuperate"
Si riferisce all’ex rettore Longhi? "Il professore ha messo in moto nuove energie e presentato proposte interessanti. Sono aperto al massimo dialogo con lui e con chi lo sostiene".
E i grillini? "Ci ragioniamo, ma posso anticipare che parlerò sicuramente anche al popolo del Movimento 5 stelle".
Molti esponenti del suo partito riferiscono che lei si è commosso dopo l’investitura. "E’ vero. Vedere un presidente uscente che poteva ricandidarsi, una persona onesta, capace, educata che fa un gesto del genere non si verifica mai in politica. Nessuno fa passi di lato, piuttosto perdono le primarie prima di cedere il posto. Quindi io, che sono di animo gentile, alla fine di questi dieci giorni complicati, mi sono commosso e lo ringrazio per tutto".
Dall’altra parte della barricata molto probabilmente troverà Francesco Acquaroli. "Rispetto il candidato, ma abbiamo visioni diverse del mondo".
Il centrosinistra parte in forte svantaggio: come pensa di muoversi? "Ci sarà tanto da fare. Dobbiamo dare slancio a una fase nuova per le Marche. Posso puntare su una conoscenza capillare del territorio essendo presidente dell’Anci Marche. Un ruolo che mi ha permesso di interfacciarmi spesso con la Regione. Il primo punto del programma sarà quella della semplificazione della burocrazia a partire dal fronte della ricostruzione del terremoto. Occorre una forte accelerazione".