ROSALBA CARBUTTI
Elezioni Emilia Romagna

Ugolini sfida ancora de Pascale: "Ho perso, ma non scappo. Lascio la scuola, resto in politica"

La candidata civica del centrodestra: in consiglio regionale farò opposizione costruttiva "L’astensionismo è il vero problema: il non voto ha cambiato tutte le carte in tavola".

"Non sono riuscita a scalare la montagna, ma il mio impegno non finisce qui. Resterò in consiglio regionale e porterò avanti le battaglie per la quali mi sono candidata". Elena Ugolini, aspirante presidente del centrodestra, non ce l’ha fatta a salire sullo scranno più alto di Viale Aldo Moro. Ma nonostante sia stata sconfitta da Michele de Pascale che ha vinto col 56,8%, ha deciso di non mollare. E resterà a guidare l’opposizione. Una scelta non scontata, visto che chi l’ha preceduta scelse strade diverse.

Ugolini sfida ancora de Pascale: "Ho perso, ma non scappo. Lascio la scuola, resto in politica"
Elena Ugolini, 65 anni, è stata anche sottosegretario all’istruzione del governo Monti

Ugolini, la sua avventura politica continua?

"Diciamo che inizia: la passione che mi ha spinta a candidarmi resta. Per questo, lascio il mio incarico da rettrice del liceo Malpighi di Bologna per dedicarmi al massimo al mio impegno politico. Ho deciso di rimanere in consiglio regionale per due motivi: il primo, perché ho delle persone che mi hanno dato fiducia alle quali devo rispondere; il secondo in seguito all’astensionismo molto alto che va recuperato".

De Pascale ha ’chiamato’ Giorgia Meloni a un patto repubblicano sul post-alluvione. E ha chiesto all’opposizione di collaborare. Che cosa risponde?

"Farò opposizione in maniera costruttiva, come ho fatto in campagna elettorale. Per me al primo posto vengono le persone, l’ho ripetuto tantissime volte. Sui temi del dissesto idrogeologico e sulla necessità di garantire una manutenzione ordinaria del nostro territorio che manca da decenni e di realizzare certe opere, non mancherà la nostra presenza. E anche il nostro ’controllo’ sugli impegni futuri che si prenderanno".

Sulle prossime battaglie in Regione ha già le idee chiare?

"Il motivo per cui mi sono candidata, anche se sapevo che sarebbe stata una scalata difficilissima, è dedicarmi a temi fondamentali per il futuro: la sicurezza del territorio, le politiche famigliari, l’aiuto a caregiver, disabili, anziani e persone fragili; l’impegno sulla libertà di scelta educativa. Tutto questo sarà il fulcro del mio lavoro nei prossimi cinque anni, non dimenticando l’impegno sui territori".

Come sempre accade dopo un’elezione, si fa l’analisi del voto. Delusa del suo 40,1%?

"Il dato dell’astensione è molto preoccupante e dobbiamo occuparcene. Sapevo che sarebbe stato difficile vincere, ma credo che il ’non-voto’ abbia cambiato le carte in tavola. Ero consapevole che avrei dovuto ridurre i 18 punti di distacco dal centrosinistra, certo avrei sperato di accorciare di più la distanza, ma è pur sempre stata la mia prima campagna elettorale. E sono molto felice che la mia lista civica abbia avuto un buon risultato. Forse ho pagato la minore notorietà fuori da Bologna e, rispetto al mio avversario, la scarsa copertura mediatica di queste elezioni. Resto fiera di alcuni risultati meravigliosi in alcuni comuni che ho visitato. Sarebbe servito più tempo...".

Si è sentita abbandonata da partiti e leader di centrodestra?

"Meloni, Tajani e Salvini mi hanno dato fiducia e ho avuto la libertà di portare avanti la mia campagna elettorale con i miei toni. I partiti di centrodestra li ho visti impegnati e capisco la premier che ha preferito il videocollegamento durante il mio evento di chiusura: era impegnata coi sindacati, a discutere della finanziaria. Se fosse venuta a Bologna ’in presenza’ l’avrebbero tacciata di non essere la presidente del Consiglio di tutti, ma solo di una parte".

È dispiaciuta delle parole di Grazia Guazzaloca, la figlia del sindaco del ribaltone di Bologna: "Per vincere in Emilia-Romagna non basta essere civici..."?

"Stimavo molto suo padre e sono stata una delle persone che s’impegnò per la sua campagna elettorale. La stima verso Guazzaloca resta immutata, so benissimo di non essere Giorgio...".

Se il civismo non basta, che cosa serve al centrodestra per vincere nel fortino rosso?

"Sperare e avere la convinzione che ci sia la possibilità di cambiare. È ovvio che se manca la motivazione e si resta sul divano invece che andare alle urne, chi ha in mano tutto, continuerà ad avere in mano in tutto. Ma come è accaduto in tanti comuni, non c’è un monolite rosso come 15-20 anni fa".

Pensa di ritentare una corsa alle prossime Comunali a Bologna contro Matteo Lepore?

"Ora sto lavorando sui territori. E sto già fissando i primi appuntamenti con le persone che mi hanno sostenuta".