Bologna, 5 ottobre 2024 – "Del doman non v’è certezza". Il ritornello, ripetuto a varie latitudini nel centrosinistra, è sempre lo stesso. E (per ora) nessuno si azzarda a fare previsioni sul futuro del campo largo. In tutta questa confusione sotto al cielo, resta però la sicurezza che domani, all’evento sulla Fabbrica del programma all’Opificio Golinelli, tutti i partiti della coalizione a sostegno di Michele de Pascale timbreranno il cartellino.
Il Movimento 5 Stelle, via Gabriele Lanzi, fa sapere che sarà "presente in massa". Tradotto: una pattuglia di cinque o sei persone da varie province emiliano-romagnole ci sarà. Parteciperà anche Italia Viva, finita nel mirino di Giuseppe Conte che ha lanciato il suo ’niet’ al simbolo di Iv con relativa impuntatura di Matteo Renzi. Iniziano le prove di disgelo? Chissà. Intanto, dalle parti di Azione, si preme per chiudere almeno la lista dei Riformisti (con socialisti, repubblicani e, forse, con +Europa).
"Azione è impegnata a far vincere la coalizione a sostegno di de Pascale, pensando solo al futuro dell’Emilia-Romagna. Da tempo puntiamo costruire una lista riformista con il proprio simbolo e con i partiti che si riconoscono nell’area socialista, libdem e repubblicana. Vedremo se ci saranno le condizioni politiche", dice il senatore e segretario regionale calendiano Marco Lombardo.
Qualche dem ostenta sicurezza ("il programma ci aiuterà"), mentre dall’entourage di de Pascale si ripetono due parole chiave: "calma e gesso". Stefano Mazzetti, coordinatore regionale di Italia Viva, tiene il punto: "Stiamo lavorando alla lista di Iv, con il nostro simbolo. Altre ipotesi le valuteremo nel momento in cui ci verranno proposte".
Il riferimento è alle due possibilità di cui si parla nelle ultime ore: convogliare Iv nella lista dei Riformisti o inserire qualche renziano (Mazzetti, la capogruppo Giulia Pigoni e l’assessore uscente Mauro Felicori) nella lista (civica) di de Pascale come fece 5 anni fa Stefano Bonaccini. Entrambe le ’exit strategy’, però, hanno incognite di non poco conto: la lista dei Riformisti non è ancora chiusa e la convivenza tra Azione e Iv è complessa. Senza contare che Azione e soci non intendono rinunciare al loro simbolo.
Nel caso della lista ’del presidente’ con innesti renziani, magari potrebbe essere digerita a livello locale (sebbene de Pascale preferirebbe mantenere in corsa solo civici), ma troverebbe Renzi in difficoltà.
Da sinistra, Nicola Fratoianni (Avs), non fa mistero di chi butterebbe giù dalla torre fra Iv e pentastellati: "Alleanza Verdi e sinistra, M5s e Pd devono assumersi insieme la responsabilità di indicare una strada, il campo largo esiste, ma va costruito ogni giorno. Se qualcuno dice che se si inserisce Renzi nel campo largo allora questo non può esistere io sono d’accordo con lui. Non bisogna avere pregiudizi ma è giusto porre limiti".
Sdrammatizza Pier Luigi Bersani, ieri a un’iniziativa del circolo Pd di Borgo Panigale: "Cerchiamo di non annegare in un bicchiere d’acqua. C’è un problema a Roma su cui siamo in ritardo, che è passare dall’opposizione al percorso di alternativa da aprire nel Paese. Fare questo spetta alle forze che hanno fatto coerentemente l’opposizione, Pd, Avs e 5 Stelle". Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna – spiega l’ex segretario dem – "c’è un altro problema, quello di costruire una coalizione che rilanci e innovi la grande tradizione di governo di questa regione. Chi costruisce il programma ed è d’accordo sul programma partecipa alla coalizione. Quando si fa una coalizione c’è sempre nel cocktail un pochino di amaro ma lo devi mandare giù".