Bologna, 27 luglio 2024 – Elena Ugolini, candidata civica alla Regione Emilia-Romagna, una volta lei scrisse, citando Aristotele, che “Tutti gli uomini sono protesi per natura alla conoscenza”. Cosa dovrebbe conoscere dunque di lei, chi ora non la conosce? E cosa non conosce invece la gente del Pd, che in Emilia governa ininterrottamente?
“La mia apertura, la voglia di costruire senza pretese, e la determinazione di considerare i problemi come opportunità. Ho passione per la vita e per i giovani. Sul Pd, ritengo che il governo regionale non rifletta la dedizione che c’è qui e che dirigismo e carrierismo danneggiano il bene pubblico”.
Lei si è candidata come civica e ha aperto come prima mossa a tutti, anche alla sinistra. Che poco dopo si è schierata con i partiti per il sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Perché questa apertura?
“Io voglio mettere al centro le persone, non le appartenenze. Dall’altra parte invece c’è un candidato che è pienamente parte del sistema politico tradizionale e non può essere veramente libero come lo sarò io. Non possiamo mantenere lo status quo. La Regione influisce su molti aspetti della vita quotidiana – educazione, assistenza, infrastrutture, supporto alle imprese, disabilità – e dobbiamo cambiare metodo, ponendo le persone al centro. I cittadini non sono sudditi”.
Ora però il centrodestra la appoggia ufficialmente. Come gestirà la lunga campagna verso il voto d’autunno?
“La mia campagna sarà sul territorio e tra la gente. Dopo Forlì, Rimini e Bologna, visiterò tutte le città, dagli Appennini alla Riviera. Ringrazio il centrodestra per aver scelto una proposta civica come la mia, dimostrando la possibilità di superare gli schieramenti politici, senza mai dimenticare la centralità dei partiti in una democrazia rappresentativa come la nostra”.
Ha incontrato da poco il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, civico appoggiato dal centrodestra. È un modello replicabile? Avrà una sua lista a sostegno?
“È presto per parlare delle liste. Adesso è il momento dell’ascolto dei bisogni di tutti i cittadini, dagli agricoltori ai pescatori, passando per i professionisti, gli operatori sanitari e quelli del terzo settore, e poi insieme a loro troveremo le soluzioni. Seguirò l’esempio di Zattini, creando una lista civica che valorizzi competenze ed esperienze, sostenuta dal centrodestra, per ampliare il consenso tra chi sente la necessità di cambiamento per la Regione”.
Il Pd l’ha attaccata con alcuni esponenti dicendo che lei non ha esperienza amministrativa, l’ex governatore Bonaccini dice che lei ha “poca dimestichezza”. Da preside, da madre, da ex sottosegretaria, come risponderebbe?
“Che si sbagliano di grosso. Chi dice il contrario si sbaglia. Come sottosegretario all’Istruzione, ho lavorato intensamente per 18 mesi, valorizzando le competenze nel ministero con 1.200.000 dipendenti. Ho avviato riforme come gli Its, il sistema di valutazione e la legge sull’apprendimento permanente, che rimangono fondamentali. Bonaccini e de Pascale, invece, hanno solo fatto politica per tutta la vita”.
L’hanno anche accusata di non rispondere sul tema dell’alluvione in Emilia-Romagna e dello scontro sui rimborsi. Cosa pensa della polemica e della gestione da parte del governo e della Regione?
“De Pascale ha speso solo l’1,5% dei fondi che il governo aveva previsto per il comune di Ravenna. Bonaccini e Schlein – ai tempi era la vicepresidente della Regione – tra il 2021 e il 2022 hanno riconsegnato a Roma oltre 55 milioni dei 70 milioni di euro previsti per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua. E sono poi io che non rispondo? Valorizzazione di chi si prende cura del territorio, in primis gli agricoltori; manutenzione degli argini; realizzazione delle casse d’espansione; allargamento delle aste fluviali; riforestazione dei boschi; incentivi per le coltivazioni nelle aree ormai abbandonate: ecco la mia risposta”.
Ha indicato la sanità fra i temi più importanti. Cosa pensa del nuovo decreto sulle liste d’attesa e cosa serve per lei?
“Dobbiamo rivedere tutto il sistema perché plasmato su una società che non esiste più: l’aumento della vita media e della percentuale di anziani e malati cronici sono sotto gli occhi di tutti. Bene il monitoraggio delle liste d’attesa a livello a nazionale; bene l’aumento del fondo sanitario; bene l’abolizione dal 2025 del tetto di spesa per le assunzioni di medici. È un piccolo passo, ma occorre ridisegnare il sistema insieme agli operatori sanitari, mettendo al centro il paziente”.