Bologna, 15 novembre 2024 – “Vincerà un romagnolo...”. Il pronostico è di Romano Prodi arrivato in piazza Santo Stefano poco prima delle 21, accanto a Michele de Pascale che replica: “Ci sono opportunità per tutti”.
L’ex premier insiste: “Vedo tanti problemi nel mondo, ma non in Emilia-Romagna”, dice fiducioso, sorridendo al candidato di centrosinistra che ha scelto proprio piazza Santo Stefano a Bologna, a pochi passi dalla casa del fondatore dell’Ulivo, per chiudere una campagna elettorale su e giù per l’Emilia-Romagna. Lo sguardo del Professore va alle urne di domani e lunedì, con ottimismo: “Se vediamo la piazza, direi che va bene, perché non si è vista mai in questa campagna elettorale una piazza così. Io penso che vada bene”.
Il pronostico ha una “prova” inequivocabile: “Giorgia Meloni lunedì non è venuta (all’evento per Elena Ugolini, ndr) perché quando perde, non va. È più che un’indagine demoscopica”, ironizza. In piazza circa duemila persone, da tutta la regione, tra candidati del campo largo, sostenitori e militanti Pd, dirigenti del partito.
In prima fila Stefano Bonaccini, la presidente Irene Priolo, il segretario del Pd dell’Emilia-Romagna Luigi Tosiani e la leader dem di Bologna, Federica Mazzoni, accanto al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, reduce dallo scontro istituzionale con la premier Meloni a seguito degli scontri di sabato scorso, con la polemica sulle “300 camicie nere inviate da Roma”.
Un tema che solleva anche de Pascale dal palco, mandando la sua solidarietà al collega felsineo, e prendendo gli applausi del campo largo sul sagrato delle Sette Chiese. “Abbiamo scelto di andare in tutte le piazze, di fare una campagna aperta mentre la destra ha fatto una campagna chiusa, con pochi confronti. Separati. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”, dice il sindaco di Ravenna, dopo aver abbracciato lo stato maggiore del Pd e, poco prima, anche il senatore Pier Ferdinando Casini.
Il palco (e la musica dei Black Eyed Peas) accolgono l’aspirante presidente della Regione che ripete come un mantra l’appello al voto degli ultimi giorni: “Un’affluenza al 50 per cento è il minimo indispensabile”, evocando la soglia minima di soddisfazione. Meglio evitare, infatti, paragoni con le elezioni regionali dove si sfidarono Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni: “Lì Matteo Salvini si giocava la sua rivincita”.
Prodi dalla prima fila della ‘sua’ piazza Santo Stefano carica le truppe: “Abbiamo un grande candidato, delle forti liste che lo appoggiano, una cosa bella. Fa anche una certa impressione, di fronte a campagne elettorali cattive, che è stato un gioco di squadra fantastico”, dice, facendo un plauso ai toni civili usati in questa martona verso il voto. Un tema, questo, sollevato anche dai 160 catto-dem che hanno dato l’endorsement a de Pascale, sottoscrivendo un appello: “L’impegno dei cattolici, quando è sincero e generoso, rappresenta un antidoto alle tossine che inquinano la democrazia, ci ha detto il cardinale Matteo Zuppi. Sentiamo il bisogno di dare il nostro contributo di cattolici democratici, per sanare una politica fatta di insulti, maldicenza e confronto tra tifoserie. L’Emilia-Romagna ha bisogno di un progetto ambizioso, condiviso e serio. Noi vediamo questa prospettiva nella proposta di de Pascale e in molti dei candidati delle liste che lo sostengono”.
Tra le firme, tanti volti noti, dall’ex ministro e senatore Graziano Delrio a Pierlugi Castagnetti, dalla consigliera regionale Pd (e braccio destro di de Pascale) Manuela Rontini a tanti sindaci dell’Emilia-Romagna. Ma, alla vigilia delle urne, nonostante il clima di festa, la tensione resta: “Siamo sereni, ma si parte da zero a zero”, chiude, prudente, Tosiani. In piazza risuona ‘La canzone popolare’ di Ivano Fossati: un omaggio al Professore e all’Ulivo.