Bologna, 12 novembre 2024 – “Diffidate da chi ha una faccia in pubblico e un’altra in privato. A Lepore, e vale per tutti, io chiedo coerenza”. Probabilmente non chiedevano invece di meglio gli oltre mille militanti che oggi al Savoia hanno assistito alla dura reprimenda del premier Giorgia Meloni al sindaco di Bologna. Il terreno da lotta nel fango istituzionale è ancora strascico dei fatti di sabato, con gli scontri collettivi-polizia e Lepore che ha accusato “Roma” di aver inviato “300 camicie nere” a Bologna (per il corteo di estrema destra che ha acceso la super miccia).
Il paesaggio di sfondo, invece, è il voto per l’Emilia-Romagna del 17-18 novembre, per il quale ieri il centrodestra unito ha chiuso la campagna al Regency di via del Pilastro.
Meloni, assente fisicamente causa trattativa fiume con i sindacati per la manovra, ha arringato i suoi dai maxischermi. Fuori, solo una piccola contestazione da parte di Potere al Popolo.
“Perché io diffido di chi in privato mi chiede cortesemente collaborazione e invece a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista – ha rimarcato Meloni tra gli applausi –. Se lo pensa non dovrebbe chiedermi collaborazione”.
Dopo, Meloni ha caricato i suoi sostenitori. “I pronostici possono essere stravolti. In molti dicono che il centrodestra e Ugolini non abbiano possibilità di vincere: la mia e la nostra storia raccontano altro”. Dal premier anche una citazione per Irene Priolo. “Attualmente in Emilia-Romagna c’è una vicepresidente donna, ma non è lei che hanno candidato, ma un uomo come sempre durante 54 anni di governo. La sinistra non è riuscita a candidare una sola donna, non ci facciano la morale. Il clima si è surriscaldato in quest’ultimo periodo perché hanno paura di perdere il potere”, ha concluso .
Una donna è la candidata del centrodestra per viale Aldo Moro, Elena Ugolini, ieri abbracciata dai suoi più fedeli amici e dai militanti di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati al Savoia. Tra i presenti anche tanti candidati ed esponenti locali come Matteo Di Benedetto (Lega), Stefano Cavedagna (FdI) e Valentina Castaldini (FI).
“In tanti mi hanno chiesto se ci sono dei sondaggi: per noi il sondaggio ci sarà il 17 e il 18 novembre, ogni goccia fa il mare – ha detto Ugolini dal palco –. Basta occupazione di poltrone da parte del Pd. Oggi siamo un cuore solo e un’anima sola”. Prima il passaggio sugli scontri di sabato. “È insopportabile la contraddizione di chi chiede a Piantedosi, come Lepore, un aumento delle forze dell’ordine, e poi manda il vicesindaco (Clancy, ndr) all’interno dei cortei antagonisti”.
Anche Salvini aveva duramente attaccato il sindaco, lo stesso leader della Lega è stato in Questura per incontrare i poliziotti feriti dagli antagonisti. “Mi sarei aspettato da Lepore, un comunicato di due righe, ‘scusate italiani. L’immagine che ha fatto il giro del mondo di quei ragazzi con le spranghe non è Bologna’. Le camicie nere erano sotto quelle rosse, gli unici fascisti sono nei centri sociali. Qua a proposito di sanità emiliana serve un medico bravo per capire cosa c’è dietro un ragionamento”, ha detto il leghista riferendosi alla frase di Lepore sulle ‘300 camicie nere’.
Salvini ha anche annunciato che chiederà al Viminale “un encomio per il reparto mobile di Bologna” aggredito. Il vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia): “La sinistra non ha preso le distanze dai fatti di sabato, chi ha aggredito i poliziotti erano delinquenti e vigliacchi”. Galeazzo Bignami (FdI): “Andate a votare per liberare l’Emilia-Romagna da un sistema di potere”. Lucia Borgonzoni (Lega): “Stavolta non facciamoci del male, mandiamoli via”.