Bologna, 11 novembre 2024 – Gli scontri di sabato ancora al centro della scena con le ‘bordate’ al sindaco Lepore della premier Giorgia Meloni in videocollegamento all'evento elettorale con la candidata Elena Ugolini in vista del voto regionale del 17-18 novembre.
“Ci hanno mandato 300 camicie nere”, aveva dichiarato ieri il sindaco riferendosi al governo. E la risposta non si è fatta attendere: “Lepore ha una doppia faccia: mi dà della picchiatrice fascista in pubblico e mi chiede aiuto in privato”. E ancora: “Io non ho mandato camicie nere, semmai poliziotti”. Pronta la risposta del sindaco di Bologna: “La mia faccia è sempre la stessa e guarda verso i cittadini di Bologna, quando chiedo collaborazione istituzionale al Governo e quando chiedo il rispetto della nostra città. Meloni non scambi le richieste di collaborazione per l'alluvione con l'obbedienza al capo. Bologna è una città libera, solidale e fiera della sua storia. Alla premier ho chiesto di collaborare, falso che le abbia dato della picchiatrice fascista”.
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Dritta al punto anche Elena Ugolini, candidata del centrodestra alla presidenza dell’Emilia Romagna: “Il Pd? occupa poltrone, ma l’aria sta cambiando: "Se molti giovani non hanno nemmeno ritirato il certificato elettorale è perché non ne possono più di vedere questa politica”: La platea è quella del comizio di Bologna che sancisce la chiusura della campagna del centrodestra. Al Savoia Regency, teatro dell’evento, anche il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini, il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e appunto la premier Meloni in video collegamento oltre, naturalmente alla candidata ala presidenza per il centro destra Elena Ugolini.
"La mia faccia è sempre la stessa e guarda verso i cittadini di Bologna, quando chiedo collaborazione istituzionale al Governo e quando chiedo il rispetto della nostra città". Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, replica alle dichiarazioni che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto oggi (in collegamento) durante l'evento elettorale del centrodestra in sostegno della candidata presidente alle regionali Elena Ugolini. "Meloni non scambi le richieste di collaborazione per l'alluvione con l'obbedienza al capo. Bologna è una città libera, solidale e fiera della sua storia", afferma il primo cittadino. Alla premier "ho chiesto di collaborare, falso che le abbia dato della picchiatrice fascista. Ho chiesto spiegazioni sulla gestione dell'ordine pubblico e conto di 300 militanti di estrema destra e filo fascisti a Bologna. Questa è una cosa che dovrebbe essere ovvia dentro le istituzioni democratiche. Il fatto stesso di doverla chiarire è un segno della confusione che attualmente esiste tra guida delle istituzioni e guida di una fazione politica", conclude Lepore.
"Grazie a Giorgia: è molto convinta che noi dobbiamo andare a avanti nel cambiamento della nostra Regione. Molte persone mi chiedono se abbiamo dei sondaggi: per noi il sondaggio sarà il 17 e il 18 novembre. Siamo un cuor solo e un'anima sola". Così, Elena Ugolini, la candidata del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Emilia- Romagna ha concluso l'incontro elettorale che ha visto l'intervento, in videocollegamento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ultima a prendere la parola dopo il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, e i vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Giorgia Meloni 'bacchetta' la sinistra emiliano- romagnola perché ha scelto di candidare alle regionali in Emilia- Romagna non l'attuale presidente Irene Priolo ma un uomo, Michele de Pascale. "La sinistra - dice Meloni intervenendo in collegamento al comizio dei leader del centrodestra a Bologna - si riempie la bocca con le quote rosa ma in Italia come in Emilia-Romagna le donne possono arrivare in cima grazie al centrodestra. Perché attualmente in Emilia-Romagna c'è una vicepresidente donna ma non è lei che hanno candidato a presidente, hanno candidato un uomo come sempre durante questi 54 anni di governo". Insomma la sinistra "non è riuscita a candidare una sola donne, almeno non ci facciano la morale".
"In molti dicono che Elena e il centrodestra non hanno possibilità di vincere in Emilia Romagna. Ma la mia storia, la nostra storia, è un'altra: racconta che i pronostici possono essere stravolti". lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Non fatevi dire da nessuno dove potete arrivare. Come in Liguria, dove la sinistra era convinta di aver già vinto, come in altre 10 Regioni da quando siamo al governo della Nazione. Mettiamocela tutta", ha concluso Meloni.
"Il governo non ha abbandonato questo territorio, ha stanziato complessivamente oltre 6,5 miliardi" per l'alluvione. "Le polemiche le lasciamo agli altri, noi abbiamo mantenuto gli impegni presi, altro che distrazioni". Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Permettetemi di ringraziare il ministro Musumeci e il commissario Figliuolo per il lavoro estremamente complesso e molto importante che stanno portando avanti - ha aggiunto Meloni -. Qualcuno ha detto che non è arrivato neanche un euro di ristori: è semplicemente falso. La struttura commissariale ha già erogato importanti risorse in ristori a famiglie e imprese colpite dall'alluvione del 2024". Invece "la Regione ha approvato la delibera di giunta per concludere rimborsi per le alluvioni del 2019 solo a luglio 2024. Questi sono fatti". "I soldi per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio ci sono e vanno spesi velocemente - ha concluso la premier -. Continueremo a fare la nostra parte, daremo il nostro contributo. Le beghe di partito non ci interessano. Se qualcuno vuole usare l'alluvione per sperare di ottenere un vantaggio politico non lo farà col nostro contributo".
L' Emilia-Romagna "è una delle ultime roccaforti rimaste e non vi deve stupire come il clima si sia surriscaldato nelle ultime settimane, negli ultimi giorni e nelle ultime ore. Loro lo fanno sempre quando hanno paura di perdere il potere". Lo dice Giorgia Meloni, in videocollegamento della manifestazione del centrodestra a Bologna in vista delle regionali del prossimo weekend. "L' Emilia- Romagna- dice la premier- è una delle locomotive della nostra nazione. Ma non lo è grazie alla sinistra che l'ha sempre governata. Direi che lo è nonostante la sinistra che l'ha sempre governata". Poi Meloni ha esaltato la candidata Elena Ugolini, "splendida portabandiera in questa sfida. Elena, Fdi e tutto il centrodestra sono orgogliosi di essere al tuo fianco", dice la presidente del Consiglio e leader Fdi.
"Voglio esprimere ancora una volta la mia totale solidarietà alle forze ordine che ieri a Bologna hanno affrontato i soliti violenti fra lanci di petardi e sassi rischiando la propria incolumità. Perché noi sappiamo benissimo da che parte stare". Lo ha detto la presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni, in videocollegamento al comizio del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata presidente dell'Emilia Romagna, Elena Ugolini.
"Il pericolo fascista arriva sempre vicino alle elezioni, ma i cittadini hanno capito il gioco e non gli interessa più". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni oggi in videocollegamento con Bologna.
"La sinistra è a corto di argomenti ed è costretta a spiare dal buco della serratura la vita privata di esponenti del governo". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in videocollegamento con la kermesse del centrodestra per le Regionali in Emilia Romagna.
"Questo è un governo che non piega la testa di fronte a gruppi di potere. Sappiamo che non spendiamo soldi nostri ma dei cittadini, e lo facciamo con delle priorità. Sulla sanità, per evidenti ragioni non tirerò fuori una calcolatrice... Ma non serve la calcolatrice per dimostrare che nessun governo nella storia d'Italia abbia messo risorse sulla sanità come questo governo. Il resto sono semplicemente chiacchiere". Lo ha detto la presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni, in videocollegamento al comizio del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata presidente dell' Emilia Romagna Elena Ugolini.
"Camicie nere? E' la carta-disperazione della sinistra". A dirlo è la premier Giorgia Meloni a Bologna alla convention per la candidata alle Regionale di centrodestra, Elena Ugolini. E aggiunge poi. "Lepore doppia faccia, se io sono una picchiatrice fascista non mi chieda poi di collaborare".
"L'Emilia Romagna è uno dei polmoni pulsanti del nostro sistema non grazie alla sinistra ma nonostante la sinistra che l'ha sempre governata. Nonostante un sistema di potere abituato a premiare l'appartenenza più della competenza. In tutte le roccaforti ci si trova con una classe politica così sicura di se stessa che rinuncia a governare. Non stupisce come il clima si sia surriscaldato in queste settimane, lo fanno sempre quando hanno paura di perdere il loro potere". Lo ha detto la presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni, al comizio del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata presidente dell' Emilia Romagna Elena Ugolini.
"Ci tenevo da matti ad esserci, mi dispiace non essere riuscita a venire a Bologna. C'è tanta gente fuori dalle stanze dei bottoni che ancora tifa per noi e per l'Italia. Non sono riuscita ad arrivare in tempo, la scorsa settimana ho rinviato la riunione coi sindacati. L'ho rinviata a oggi. La riunione oggi è durata 6 ore e mi ha impedito di arrivare fisicamente in tempo a Bologna. Ho letto che il Pd ha detto: 'la Meloni non ha il coraggio di andare a Bologna". La settimana scorsa diceva che non avevo il coraggio di incontrare i sindacati. Io ho il coraggio di fare sempre quello che faccio perché posso dare conto delle mie posizioni". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al comizio dei leader di centrodestra in corso a Bologna.
"Gli unici fascisti rimasti sono quelli dei centri sociali". Lo dice Matteo Salvini leader della Lega intervenuto all'iniziativa del centrodestra in sostegno a Elena Ugolini, replicando al sindaco di Bologna Matteo Lepore, sulle camicie nere mandate dal governo.
"Domenica si sceglie tra l'importanza della vita della nutria e l'importanza della vita dell'uomo e della donna". E' la stoccata di Matteo Salvini, dal palco di Bologna per il comizio dei leader del centrodestra. Il ministro e leader leghista, in cravatta rossa trumpiana ("C'è stato troppo gusto martedì sera, me la tengo fino alle prossime regionali Usa") tocca dunque il tema della manutenzione del territorio e delle alluvioni: "Se non disturbi la povera nutria disturbi però il povero contadino. I soldi il Governo li ha mandati, la Regioni li spenda", dice Salvini. Sul fronte del traffico, poi, anche qui una scelta netta: "da una parte una Bologna e una regione difficilmente vivibile con Ztl e autovelox ovunque, dall'altra il diritto al lavoro e alla mobilità", dice Salvini. Che ricorda anche le posizioni favorevoli dell'ex governatore Stefano Bonaccini: "Chi è contro l'autonomia non si fida dei propri cittadini", avverte.
"Mi stupisce che la sinistra preferisca i figli di papà ai figli del popolo". Lo ha detto il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, citando Pier Paolo Pasolini "che durante gli scontri all'università di Valle Giulia fra studenti e poliziotti fece una scelta, la stessa che facciamo noi: fra i figli del popolo che guadagnano 1.200 euro al mese e i figli di papà, studenti mantenuti che bivaccano nei centri sociali, noi scegliamo i figli del popolo che difendono diritto, legalità e Stato".
All'evento del centrodestra in corso a Bologna c'è anche una persona con il cappellino della campagna di Donald Trump e lo slogan 'Make America Great Again'. "Lo ha portato mio figlio da New York, abbiamo vinto anche là" racconta. Si chiama Giorgio Cavazzuti e spiega di essere il coordinatore di un comitato per Ugolini a Modena. Tuttavia sostiene di non essere un trumpiano: "Io sono di centro e appoggio il centrodestra". Per quanto riguarda le elezioni regionali, "abbiamo già vinto. Non partecipando: vinciamo. E gli diamo anche 2 o 3 punti di distacco".
Il sindaco di Bologna ha commesso "un gravissimo errore" nell'accusare il Governo per i fatti di sabato. Per questo Matteo Lepore dovrebbe "prendere le distanze dai violenti", perché "di cattivi maestri ne abbiamo già avuti tanti". A sostenerlo è Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati. "Volevo rivolgere un appello al sindaco di Bologna - dice Lupi- che non rappresenta solo il suo partito ma tutta la città. E' compito di chi rappresenta le istituzioni abbassare i toni e non usare le parole che ha usato. Peraltro non ho sentito parole di condanna invece riguardo alla manifestazione e ai cartelli contro il presidente del Consiglio e un ministro della Repubblica". Lupi quindi incalza: "Di cattivi maestri ne abbiamo avuti già tanti nella storia del nostro Paese. Se ci sono facinorosi e delinquenti vanno isolati, sia che vengano dalla sinistra sia che vengano dall'estrema destra. Aumentare questo conflitto non serve a nessuno. Ci aiuti il sindaco di Bologna a fare questo. E lo faccia anche Landini: non ho ancora sentito una scusa sull'appello alla rivolta sociale. Attenzione". Il ministro Piantedosi ha "detto con chiarezza quello che è accaduto - continua Lupi- quando succedono questi fatti violenti, la prima solidarietà dovrebbe essere rivolta alle forze dell'ordine, che tra altro con la loro professionalità hanno evitato anche fatti ancora più gravi. Ma pensare di strumentalizzare episodi di violenza gratuita solo per implementare la lotta politica è un gravissimo errore". Certo, ammette il leader di Noi Moderati, vedere l'estrema destra in piazza "fa impressione. Sono fenomeni che si ripetono non solo in Italia, ma anche in tutta Europa. Sono tutti campanelli d'allarme. Per questo non si può accusare una forza politica o un Governo di essere di estrema destra. E' un errore fondamentale, non lo siamo e non lo è Fdi. Non è nella cultura del centrodestra".
"Io penso che la polarizzazione non serva. Penso che la nostra città abbia bisogno di pace e penso che ci debba essere più rispetto delle istituzioni. Quando il nostro sindaco prima chiede a Piantedosi più forze dell'ordine e poi dopo vedo il suo vicesindaco nei cortei degli antagonisti, degli anarchici e dei collettivi, le domande me le faccio". Parole di Elena Ugolini, candidata del centrodestra alla presidenza dell' Emilia-Romagna, a margine di un evento elettorale a Bologna con i vertici nazionali del centrodestra, riferendosi allo scontro tra il sindaco Matteo Lepore e la prefettura.
"Da quando ho iniziato questa campagna per cambiare il governo dell' Emilia- Romagna, ho detto che dobbiamo rimettere al centro le persone, il desiderio di cambiare, il desiderio di costruire, di avere un futuro, di essere curati, di avere delle città sicure, delle città belle, dei territori ben curati. Queste deve essere al centro del governo della nostra regione, non logiche di potere". Così la candidata del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Emilia- Romagna, Elena Ugolini oggi a Bologna. "La nostra regione - ha osservato - da 54 anni è governata dagli stessi" che hanno creato un "intreccio di potere" tale "da sembrare invincibile ma in questi anni l' Emilia-Romagna è cambiata ci sono 183 comuni in cui il centrodestra ha cambiato il modo di governare, ce ne sono 140 di sinistra, alcuni grossi come Bologna, Modena, Reggio ma la gente ha cominciato a tirare fuori il desiderio di cambiare in modo concreto". A giudizio di Ugolini, ancora, "ci sono comuni governati in modo diverso, liberi, in cui si può lavorare e vivere senza avere la tessera. Abbiamo bisogno che questo cambiamento iniziato da tanti anni arrivi anche in regione. Allineare pianeti Comune, Provincia, Regione, Governo può far cambiare una tendenza alla depressione. Noi siamo contro la depressione. Noi - ha concluso Ugolini - vogliamo che i giovani dicano che bello fare una famiglia, che bello lavorare, che bello avere una vita lunga, che bello far venire fuori i talenti di tutti, anche dei più fragili".
Anche in Emilia- Romagna "giochiamo per vincere. Ricordiamoci Guazzaloca, non era dato vincente eppure ha vinto". A dare la carica al centrodestra è Antonio Tajani, leader Fi e ministro degli Esteri. In Regione "c'è molto da fare ad esempio sull'aeroporto e sulla sanità. Un cambio fa bene alla democrazia e fa bene anche all'Emilia- Romagna".
"Io ci credo fino all'ultimo, anche perché in tre mesi le cose sono cambiate. Vedo molta attenzione, molta voglia di cambiare e il desiderio di avere un'altra possibilità, che cambi il futuro della nostra regione". Lo ha detto la candidata del centrodestra Elena Ugolini. "Vedo tantissima attesa, tantissimo coinvolgimento. Sono partita il 9 luglio con poche persone al giorno, poi sono andata avanti con cento, poi con mille, poi con migliaia. Ho visitato tutti i territori, dalle piccole città, dal piccolo comune di 370 abitanti, dalle coste alle montagne, fino alle colline e ho visto una regione bellissima, ma una regione che ha voglia di futuro". Per la candidata del centrodestra "ci sono delle cose da fare, ci sono dei problemi da risolvere e ci sono delle leve su cui dobbiamo agire per crescere. Penso alla famiglia, alla natalità, alle imprese, all'agricoltura, a una sanità che metta al centro i pazienti. Penso alla cura del territorio. Penso ai giovani e alla possibilità che possano decidere di star qui perché qui trovano le stesse condizioni che potrebbero trovare all'estero. Poi penso all'educazione, alle mamme, ai papà. Penso agli anziani che devono avere una buona vita. Penso a un futuro che sia pieno di possibilità per tutti".
"La politica non è servirsi della gente per occupare delle poltrone. Questo è insopportabile". E' l'affondo di Elena Ugolini nei confronti di Stefano Bonaccini e Michele de Pascale, il governatore uscente e il candidato presidente del Pd in Emilia- Romagna. "Se molti giovani non hanno nemmeno ritirato il certificato elettorale è perché non ne possono più di vedere questa politica", afferma la candidata del centrodestra durante l'evento coi leader della coalizione. L'ex governatore Bonaccini "è andato in Europa perché non era sicuro di avere il posto se avesse finito la legislatura. Abbiamo visto un sindaco", appunto de Pascale, sindaco di Ravenna, "che è andato via dalla sua città perché aveva bisogno di uno scatto di carriera. Noi non viviamo la politica così, per noi è servizio al bene comune". Però, conclude poi Ugolini, "è cambiata l'aria e non possiamo pensare che la nostra goccia non possa diventare un mare".
L'Italia, puntualizza ancora il vicepremier Tajani, "è una Repubblica antifascista, manifestare contro il fascismo è lecito. Aggredire le forze dell'ordine no. Non mi pare neanche un grande gesto di coraggio, in 300 contro pochi agenti". E aggiunge: "Le forze di estrema destra attaccano pure me, quindi figuriamoci se posso avere qualcosa a che fare con loro. Ma non c'entra questo, c'entra l'aggressione alla polizia. La polizia rappresenta lo Stato, diciamo sempre che c'è bisogno di sicurezza e poi aggrediamo quelli che la garantiscono. E' una cosa indegna e vergognosa", insiste Tajani.
"Il sindaco Lepore sapeva tutto, il ministro dell'Interno lo aveva smentito. Sapeva tutto, si era confrontato. Camicie nere o camicie rosse, l'importante è che ci siano le autorizzazioni e si rispettino le regole. I centri sociali hanno aggredito la polizia. Si può protestare pure contro un'altra manifestazione, ma la polizia non c'entra niente. Non si manifesta contro la polizia, non si manifesta contro le forze dell'ordine, non si aggrediscono figli del popolo". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Evidentemente - dice - erano tanti figli di papà, studenti universitari magari fuori corso che hanno aggredito figli del popolo che facevano il loro lavoro, che guadagnano 1.200-1.300 euro al mese, magari a loro glieli regala il papà".
Il premier Giorgia Meloni ha mancato l'appuntamento elettorale di oggi a Bologna per l'incontro sulla manovra coi sindacati. "Non è una scelta legata alle vicende politiche". Lo assicura il vicepremier Antonio Tajani, arrivato nel pomeriggio a Bologna per la convention del centrodestra. La premier, spiega Tajani, "è stata fino alle 16.45 in riunione coi sindacati per la manovra. Lei contava di prendere il treno delle 14.50, quello che ho preso io. Ma per rispetto ai sindacati non ha fatto in tempo a venire. Penso che si collegherà". Di certo, assicura Tajani, "non è una scelta legata alle vicende politiche. E' legata al suo dovere di presidente del Consiglio. Tutto qua".
"Andiamoli a prendere tutti, perché di scontenti ce ne sono tanti", perché "anche un voto fa la differenza, il giorno dopo è troppo tardi". Dal palco di Bologna il ministro dell'Università Anna Maria Bernini, presa di mira dai movimenti studenteschi con alcuni manifesti marchiati di rosso, assicura che non si sposterà di un millimetro: "Secondo voi gente come noi si fa spaventare da loro? Noi andiamo avanti", assicura. Poi Bernini attacca la sinistra locale: "Stanno tradendo l'Emilia- Romagna. Dopo 50 anni di chiacchiere - aggiunge il ministro - arriva qualcuno che le cose le fa sul serio. La sinistra sta usando l'Emilia- Romagna come una clava contro il Governo nazionale".
"La violenza sta caratterizzando sempre di più questa campagna elettorale. Una violenza intimidatoria contro la polizia e contro il governo". A dirlo è il ministro degli Esteri e leader Fi, Antonio Tajani, arrivato nel pomeriggio a Bologna. "Bisogna sempre avere fiducia negli elettori- afferma Tajani - l'Emilia-Romagna ha bisogno di cambiamento, anche visto quello che è accaduto in questi giorni. Non possono spadroneggiare i violenti, quelli che aggrediscono la polizia, non possono accadere queste cose, anche poi col sostegno di un'amministrazione che non ha raccontato la verità, tant'è che è stata anche smentita dal ministro dell'Interno. Evidentemente hanno paura, sono preoccupati. Ma non si può non prendere le distanze da chi aggredisce la polizia. Nessuno ha avuto il coraggio di prendere le distanze, è questo il problema". In Emilia- Romagna, insiste Tajani, "c'è una sinistra che si sposta sempre più a sinistra, che ha lasciato uno spazio tra Meloni e Schlein che deve essere occupato dai moderati. Noi stiamo facendo questo: chiediamo a ex democristiani, socialisti e delusi dalla sinistra di scegliere il vero centro che è Forza Italia. Basta con la violenza, le aggressioni e gli estremismi. Questa campagna elettorale dimostra la bontà delle nostre scelte", rivendica il leader Fi.
"Qui dopo 40 anni ci può essere un segnale anche di cambiamento come è avvenuto in altre regioni. La lezione che ci viene dagli Usa non dovrebbe lasciare tranquilli: i democratici erano tranquilli, intellettuali e potere tutti a favore della Harris e poi il popolo è andato da un'altra parte''. Lo ha detto il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, a margine dell'evento elettorale del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata alla presidenza della Regione Elena Ugolini. Le regionali in Emilia Romagna ''per noi sono una sfida importante e interessante. Come centrodestra abbiamo scelto un candidato presidente tutti insieme: una donna rappresentante della società civile che in questa campagna elettorale ha battuto tutte le città dell' Emilia Romagna'', ha evidenziato Lupi, sottolineando che il comizio di oggi, a una settimana dal voto, può rendere ''questa ultima settimana importante e decisiva anche nella sfida alla Regione Emilia Romagna. Qualcuno a sinistra diceva che il campo largo avrebbe vinto tre a zero. Per il momento in Liguria abbiamo vinto e vediamo cosa accade in Umbria e in Emilia Romagna. Per noi la sfida è sempre quella della buona politica e del buon governo".
Un gruppo di esponenti di Potere al popolo si è radunato a Bologna, all'angolo tra via del Pilastro e via San Donato, per contestare l'evento del centrodestra a cui sono attesi i vicepremier Antonio Tajani a Matteo Salvini (la premier Giorgia Meloni interverrà da remoto). L'evento si tiene al Savoia Regency, ad alcune centinaia di metri. Il presidio di Pap ha esposto anche uno striscione: "Meloni, Salvini, Lepore, Piantedosi: fermiamo la filiera della repressione". Il riferimento è alla stretta sulla sicurezza dopo alcuni recenti fatti di cronaca, secondo Pap avvallata anche dal sindaco di centrosinistra Matteo Lepore. All'iniziativa prende parte anche il candidato della sinistra radicale Federico Serra, secondo cui il risultato della stretta è che ora "abbiamo un celerino ogni dieci manifestanti".