Bologna, 20 novembre 2024 – Non si pente degli affondi contro il corteo di patrioti e Casapound, rivendica il ruolo di Bologna nella vittoria di de Pascale e congela il possibile rimpasto nella giunta di Palazzo d’Accursio che tutti davano per inevitabile dopo il voto. Ma soprattutto, delinea nei prossimi anni di governo in viale Aldo Moro e in Comune, l’orizzonte per il centrosinistra con cui tornare maggioranza nel Paese. Sotto le Due Torri, tra i vincitori del voto c’è sicuramente il sindaco Matteo Lepore.
Sindaco, alluvione e cantieri potevano costare caro al Pd. invece non hanno influito: perché?
“Intanto perché c’è stata una bella risposta di partecipazione della nostra città: il dato dell’astensione non va sottovalutato, ma l’affluenza a Bologna è stata più alta che nel resto della regione. Poi credo abbia premiato lo stare tra la gente, con i piedi nel fango, e di affrontare le difficoltà prendendo nomi e critiche, senza sottrarci al confronto”.
Qualcuno nel centrosinistra sottolinea che il Pd di Bologna ha fatto sì un buon risultato in città, ma inferiore a quello di altri capoluoghi come Modena e Reggio: potrebbe influire negativamente in un ruolo di peso in giunta per Bologna?
“Se guardiamo i dati, mi pare piuttosto che Bologna sia stata decisiva per l’esito delle Regionali, sia in termini di voti assoluti sia di percentuali. Penso che in giunta la città avrà il posto che merita. Non ho dubbi che de Pascale farà le scelte migliori”.
A proposito di giunta: serve un rimpasto a Palazzo d’Accursio? Ed eventualmente con quali tempi?
“La prima cosa che farò dopo queste elezioni sarà fare ripartire la ‘settimana del sindaco’ nei quartieri: è giusto fare il punto con cittadini per capire come stiamo andando, cosa abbiamo fatto di buono e cosa no, cosa c’è da fare e cosa c’è da sistemare. In base anche a quello che verrà fuori da questa grande campagna di ascolto aggiusterò la squadra, senza dimenticarsi di quello che con de Pascale decideremo di fare per la Regione”.
La vittoria di de Pascale certifica un passaggio generazionale definitivo per il Pd? Insomma, dopo il ‘partito dei sindaci’ siamo arrivati al ‘partito dei quarantennni’?
“Dopo le Europee, dopo questa tornata di Regionali e dopo tutti i vari passaggi politici, gli esami di maturità sono finiti per il Pd di Elly Schlein. La sua leadership e quella del nostro partito è stata voluta e certificata dagli elettori del centrosinistra, che ci chiedono di costruire un’alternativa alla destra in Italia e in Europa. Queste Regionali segnano un momento di grande svolta politica, perché dal governo di Bologna e della Regione mostreremo al resto dell’Italia cosa potremo fare al governo del Paese”
Qual è la prima cosa che dovrebbe fare de Pascale per Bologna?
“La vera priorità è già stata indicata nel ‘Patto repubblicano’ con il governo per il post-alluvione. Poi credo ci siano tre temi su tutti: infrastrutture e mobilità, la casa e la grande questione del modello di sviluppo del nostro territorio, ponendo le basi per fare arrivare anche alle nuove generazioni il benessere sociale e industriale dell’Emilia-Romagna di oggi. Non cito la Sanità, perché so che sarà la priorità delle priorità di de Pascale”.
Dopo questo voto si apre la lunga corsa alle Comunali del 2027: come si devono preparare Pd e centrosinistra?
“C’è un punto politico dirimente, ossia il rapporto che il Pd vuole avere con i risultati di queste elezioni. Gli elettori hanno premiato soprattutto noi dem, ma nonostante questo non dobbiamo fare l’asso pigliatutto, dobbiamo investire su un’idea di coalizione ampia, larga e robusta, perché il compito dell’Emilia-Romagna è, ed è sempre stato, quello di unire e coinvolgere. Le preferenze hanno segnato a Bologna alcune importanti novità e alcune conferme, in una lista del Pd molto competitiva. Ringrazio tutti per il loro impegno e mi permetto di evidenziare i risultati di Isabella Conti, Irene Priolo e Maurizio Fabbri. Isabella ha avuto un risultato straordinario, Irene ha preso più di 16mila preferenze mentre gestiva il dopo-alluvione e Fabbri è stata una candidatura radicata in montagna che la città ha sostenuto in un’ottica di aiuto metropolitano ai territori più deboli, cosa che ci ha permesso di vincere in comuni dove di solito il centrodestra spadroneggia, come San Benedetto, Monzuno e Vergato”.
Rifarebbe la polemica sul corteo dei Patrioti?
“Non ho fatto alcuna polemica, ho solo difeso i valori della nostra città. L’esito di queste Regionali credo debba dare molto da pensare a chi governa a Roma su come rapportarsi con il nostro territorio”.