GIOVANNI DI CAPRIO
Elezioni Emilia Romagna

Elezioni, Ugolini: “Vogliamo dare una visione dell’Emilia Romagna da qui ai prossimi 10 anni"

La candidata del centrodestra al convegno ‘Il futuro delle nostre città e dei nostri territori’ a Palazzo Isolani di Bologna: “Bisogna voltare pagina. È da irresponsabili ripetere gli stessi errori”

Elena Ugolini, candidata di centrodestra alla presidenza dell'Emilia Romagna (Foto Schicchi)

Elena Ugolini, candidata di centrodestra alla presidenza dell'Emilia Romagna (Foto Schicchi)

Bologna, 27 ottobre 2024 – Nel volantino consegnato durante il workshop ‘Il futuro delle nostre città e dei nostri territori’, all’interno di Palazzo Isolani, è scritta la frase principale che Elena Ugolini, candidata presidente alle elezioni regionali del 17-18 novembre, ribadisce anche durante il convegno: “Al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita”. Questa espressione raccoglie gli argomenti che la candidata ha analizzato in mattinata davanti ai supporter presenti in Santo Stefano. “Promettere cose che tutti vogliono sentirsi dire, solo per essere eletti, è una cosa che non ci riguarda. Vogliamo dare una visione della Regione da qui ai prossimi 10 anni", racconta Ugolini accolta dagli applausi dei presenti.

Secondo la candidata civica sostenuta dal centrodestra, "bisogna voltare pagina. È da irresponsabili ripetere gli stessi errori. Abbiamo la sindrome di Stoccolma: per un problema ideologico diamo ancora fiducia a chi ci ha messo in questa situazione. Se Bologna è andata sott’acqua per la prima volta vuol dire che c’è qualcosa che non va". Ugolini attacca anche il suo rivale: "Quando de Pascale dice che vuole prendersi lui la responsabilità di tutto, io tremo. Guardi alla sua provincia che è la più cementificata d’Italia e dove ci sono zone interamente abbandonate". Inoltre, "i patti bipartisan sono il modo con cui non si guarda alla realtà delle cose, dobbiamo avere il coraggio di comprendere i dati per andare avanti ed evitare quanto di sbagliato è stato fatto negli ultimi 20-30 anni. Quanto accaduto in questi giorni, con rimpalli tra i vari enti, n’è la testimonianza. Bisogna avere il coraggio di dire che le cose non vanno sempre bene e fare un’operazione di verità, coinvolgendo le migliori competenze". La dedica principale di Ugolini è ai territori. "Dobbiamo ascoltare di più le loro grida. Stanno emergendo sempre più cittadini di serie a e altri di serie b", annuncia.

Guardando a Bologna, "L’Acer cittadina ha 7mila appartamenti sfitti – dice Ugolini – questo vuol dire che non è gestita bene e il settore pubblico deve avere una politica che si metta al servizio delle persone". Al tavolo si è seduto anche Galeazzo Bignami, viceministro dei Trasporti e delle infrastrutture. "Per 20 anni questa Regione è stata ferma. Un buon presidente deve ascoltare le istanze del governo nazionale ma anche avere una robustezza civica che permetta l’autonomia del territorio. Questo è ben rappresentato da Ugolini", apre Bignami. Il viceministro sull’alluvione sottolinea poi come sia "giusto collaborare ma dobbiamo essere concordi anche sulle cose da fare e sul dove bisogna agire nello specifico", ricorda Bignami nominando nello specifico il sindaco Matteo Lepore.

La candidata civica, prima di prendere parola, ha ascoltato il dibattito tra gli altri relatori presenti. Tra questi, nel primo dei vari panel, è intervenuto l’architetto Mario Cucinella. "Serve una progettualità diversa - afferma Cucinella - e a lungo termine, oltre a riavvicinare la politica alle competenze". Spazio anche a un focus di Luca Dondi Dall’Orologio, consigliere esecutivo di Nomisma, sull’emergenza abitativa. "Il costo della casa oggi è un fattore di competitività per le imprese e l’università. Serve un patto di cittadinanza in cui si riveda il ruolo del privato", parla Dondi. Poi, Stefano Zunarelli, tra i maggiori esperti europei di Diritto dei trasporti e della navigazione, ha elencato "le iniziative ‘bizzarre’ in termini di mobilità cittadina: passante, people mover e il ‘nuovo’ tram". Negli ultimi 20 anni, "è mancata una visione strategica del diritto alla mobilità, invece che cogliere le nuove realtà ci si è limitati ad uno sterile lamento", segnala Zunarelli.