MATTEO BONDI
Elezioni Emilia Romagna

De Pascale, orgoglio romagnolo: “Voglio guidare la rinascita”. E attacca l’avversaria sui confini

“Nel logo della sua lista civica, la cartina della regione è sbagliata: manca l’Alta Valmarecchia”. La richiesta di un incontro post elettorale con Meloni per sottoscrivere un patto istituzionale

Bertinoro (Forlì), 10 novembre 2024 – Lo chiamano il ‘Balcone di Romagna’: da lassù, Bertinoro, si vede fino al mare, fino a Cervia, dove Michele de Pascale è cresciuto e ha avuto le sue prime esperienze amministrative. E da un po’ tutta la Romagna si vede il Colle che svetta in mezzo alla pianura, Bertinoro appunto.

Ieri, lì, si sono radunati vari amministratori di centrosinistra romagnoli, sostenitori del sindaco di Ravenna candidato alla successione di Stefano Bonaccini come governatore della Regione. Davanti a loro de Pascale ha elencato sette punti per la propria terra (‘Cara Romagna. Il mio impegno per la terra che mi ha cresciuto’, era il titolo dell’evento): “Sette quante sono le principali città della Romagna”. De Pascale ha avuto come sottofondo ‘Romagna capitale’ suonata da Mirko Casadei, alla quale è seguita l’immortale ‘Romagna mia’ cantata da tutti i presenti.

Venendo alla politica, il primo punto è la gestione del territorio dal punto di vista della sicurezza idrogeologica, “e non poteva essere diversamente dopo quello che è successo un anno fa”. Qualora fosse eletto, “chiederò subito un incontro con Giorgia Meloni per siglare un patto istituzionale: basta polemiche”. La richiesta, già ribadita, è questa: “Ci vuole un unico responsabile e questo deve essere il presidente della Regione. Questo ci differenzia dagli ‘altri’ – dice punzecchiando il centrodestra – che invece vogliono che sia ancora un commissario esterno a gestire la ricostruzione della nostra terra. Ma questa, appunto, è la nostra terra e nostra deve essere la responsabilità di tenerla al sicuro”.

Le infrastrutture sono il secondo punto, con la statale 16 Adriatica e la Ravegnana, tra la sua Ravenna e Forlì, tra i progetti da portare avanti, mentre i due aeroporti devono lavorare in sinergia con i due emiliani “in un progetto unico che li valorizzi e li promuova”. Per quanto riguarda l’Alta Velocità ferroviaria, non si è sbilanciato sull’ipotesi di una stazione denominata ‘Romagna’ a Forlì (proposta avanzata dal viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami): “Vedremo quale sarà il tracciato esatto”.

Poi agricoltura (“patto con i produttori vitivinicoli per agire su nuovi mercati”) e turismo: natura, cultura ma soprattutto Riviera, “con un intervento da terapia d’urto: serve un piano urbanistico di costa per andare a recuperare e riqualificare tutte le strutture ricettive”. E ancora l’Università, con la messa in rete dei poli tecnologici con il supercalcolatore di Bologna e, quella che è stata la vera rivoluzione del sistema sanitario nazionale, l’Ausl unica”.

De Pascale lo ha ammesso: “I campanili li abbiamo, eccome, dallo spessore della piadina al tifo calcistico, ma per le cose importanti siamo uniti, dobbiamo esserlo per lavorare insieme”.

A margine dell’incontro ha risposto a una domanda sull’architettura istituzionale, bocciando la proposta di Provincia unica che è stata avanzata tra gli altri da Legacoop Romagna: “Con l’assetto legislativo attuale significherebbe farsi del male da soli. Vorrebbe dire rinunciare a due Prefetture, questure, tribunali e non sarebbe certo utile” (per legge, infatti, le sedi di rappresentanza dello Stato si concentrano nel capoluogo). Per la Romagna, agirebbe “con specifiche leggi regionali su casi concreti”. Più praticabile, secondo de Pascale, un’altra proposta: la Città metropolitana di Romagna (idea, questa, lanciata anche dalla Cisl).

Non è mancato un attacco alla rivale Elena Ugolini: “Bisognerebbe capire i confini della Regione, non come gli avversari che hanno usato una cartina che non include i comuni dell’alta Valmarecchia”. Il riferimento è alla lista civica della candidata del centrodestra, che nel logo riporta i ‘vecchi’ confini dell’Emilia Romagna, prima che nove comuni (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, Talamello, Montecopiolo e Sassofeltrio) passassero dalle Marche all’Emilia Romagna.