Bologna, 18 novembre 2024 – Il disamore per la politica fa 35 in Emilia-Romagna. Poco sopra quella soglia si è fermata infatti l’affluenza alle 23, un 35,77% che lascia presagire tinte fosche, oggi, alla chiusura delle 15. Il pianerottolo palliativo del 50% è a rischio, ma si tratterà comunque di una sconfitta complessiva della mitica partecipazione emiliano-romagnola, considerando che il 26 gennaio 2020, quando si votò in un solo giorno e quando Stefano Bonaccini (centrosinistra) sconfisse Lucia Borgonzoni (centrodestra), alle 19 era andato a votare il 58,82% degli aventi diritto, quasi il doppio delle persone alle 19 di ieri.
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E oggi è un giorno lavorativo. Impensabile arrivare al risultato finale della sfida politica che vide sul ring anche Matteo Salvini e le Sardine, che fece totalizzare un tutto sommato lusinghiero 67% finale. E anche quest’ultimo è un numero ben lontano dai fasti dei record, se è vero che nel 1990 al voto andava oltre il 90%, come ha ricordato ieri l’ex premier Romano Prodi dopo aver votato sotto le torri. “Se in tanti non vanno a votare, finisce male”.
Indicativi i dati che vengono dai territori maggiormente protagonisti del dibattito elettorale, ovvero Bologna e la Romagna, aree pesantemente colpite dai tremendi eventi climatici. Il capoluogo di Regione è la città dove si è votato di più, il 41,86%, corroborato dal 40,58% di tutta la provincia. Numeri lontani dalla scorsa tornata elettorale, quando alle 19 era andato il 61,88%.
Si torna inoltre vicini al flop dell’affluenza del 2014, alla prima vittoria di Bonaccini, quando con il peso dell’inchiesta delle ‘spese pazze’ si finì con un plumbeo 37%. Ravenna, città amministrata dal candidato del centrosinistra Michele de Pascale e provincia colpita dall’alluvione, si è fermata al 37,64%, 38,52% per la provincia. Svetta però Bagnacavallo, martoriata dall’acqua (una sua frazione è Traversara), che alle 23 ha una percentuale di votanti del 42,84%. Nel Bolognese, Budrio e Pianoro (colpiti dall’alluvione), con rispettivamente il 40,50% e il 39,06%, sono andati sopra la media regionale, numeri anche qui nettamente più bassi rispetto alla scorsa tornata elettorale. Nel down complessivo, buona la città di Modena (40,55%), mentre tra le province il fanalino di coda è Rimini, dove alle 23 ha votato appena il 30,17% considerando la provincia, il 31,82% in città, nel 2020 si era arrivati al doppio. Anche alle 12, alla prima rilevazione delle affluenze, i numeri erano stati impietosi: dato medio all’11,57%, in netto calo rispetto al 23,44% del 2020.
Quanto alle dichiarazioni dei candidati, ieri sera de Pascale – che aveva votato in mattinata a Ravenna – ha esultato alla vittoria di Sinner all’Atp Finals di Torino. “Fenomenale. Indiscutibilmente il numero uno al mondo”. Mentre Elena Ugolini aveva votato nella sua Bologna. “Vorrei che i cittadini capissero che ogni voto vale come una goccia: se mettiamo insieme tante gocce, creiamo un oceano”, ha detto la candidata del centrodestra che tutti i sondaggi hanno dato come in netto ritardo sul principale sfidante.
Affluenza, tutti i dati dalle 7 alle 23 provincia per provincia
Rilevazione dopo rilevazione, ecco come è andato il primo giorno di votazioni nelle 4.529 sezioni dell’Emilia-Romagna.
ORE 12
Emilia-Romagna: 11,57%
Ravenna: 13,14%. Bologna: 13,06%. Reggio Emilia: 11,57%. Modena: ’11,55%. Forlì-Cesena: 11,18%. Ferrara: 11,12%. Piacenza: 10,87%. Parma: 10,14 10,14%. Rimini: 8,95%
ORE 19
Emilia-Romagna: 31,03%
Bologna: 35,12%. Ravenna: 33,72%. Modena: 31,61%. Reggio Emilia: 30,66%. Forlì-Cesena: 30,20%. Ferrara: 28,98%. Piacenza: 27,39%. Parma: 27,88%. Rimini: 25,80%
ORE 23
Emilia-Romagna: 35,77%. Bologna: 40,58%. Ravenna: 38,52%. Modena: 36,60%. Reggio Emilia: 35,25%. Forlì-Cesena: 34,64%. Ferrara: 32,90%. Parma: 32,21%. Piacenza: 31,56%. Rimini: 30,17%