Bologna, 5 gennaio 2025 – Vorrei evidenziare la situazione di insicurezza sui treni italiani, soprattutto interregionali e locali. Il non rispetto delle regole e delle persone è diventato un atteggiamento presente nella nostra società e anche sui treni si esprime al meglio. L’ultimo episodio di aggressione verbale subito da un controllore, avvenuto solo per avere chiesto di abbassare il cellulare, è uno dei tanti. Nei treni interregionali e locali raramente si incontrano poliziotti. Se vogliamo sicurezza bisogna ingaggiare guardie private sui convogli.
Antonella Bagni
Risponde Beppe Boni
La sicurezza sui treni, per tutelare soprattutto i controllori spesso vittime di aggressioni, è un tema in agenda per i gestori delle ferrovie e per la Polizia ferroviaria. Lo impongono ormai le circostanze. Troppi episodi di violenza, troppi abusivi del biglietto, troppi insulti a chi fa il proprio dovere. E' sotto gli occhi di tutti che la turbolenza sui treni è un fenomeno in costante crescita. Lo dicono anche i numeri del bilancio operativo della Polizia ferroviaria: oltre quattro milioni (4.344.425) le persone controllate, 1.147 gli arrestati (+24% rispetto al 2023) e 11.440 gli indagati (+20% rispetto al 2023), 32.199 le pattuglie impegnate a bordo treno. Evidentemente nonostante l'impegno delle forze dell'ordine bisogna, oliare meglio il meccanismo dei controlli. Nelle stazioni da tempo sono operative le pattuglie di guardie giurate, un modello da esportare a bordo dei convogli passeggeri. Il nodo riguarda soprattutto i treni locali. La linea regionale Bologna - Piacenza, sempre affollata di pendolari, è quella che conta i maggiori episodi di violenza perché la fauna umana che sale e scende tra una fermata e l'altra comprende anche sbandati, balordi, clandestini. Se la polizia non può fare tutto da sola la soluzione sono i vigilantes privati. Costano, ma sono necessari.