Giovedì 26 settembre piazza dell'Unità era piena di polizia, così come le vie adiacenti. Finalmente, mi dico, un'operazione in grande stile per arrestare spacciatori e delinquenti che stazionano lì perennemente. Dal tg regionale scopro che il dispiegamento di forze era dovuto al comizio di Gianni Alemanno, seguito poi dal corteo dei centri sociali. Peccato che dal giorno dopo, tutto sia tornato come prima. So di cosa parlo perché abito nel quartiere Bolognina da 24 anni. Occorrerebbe un presidio quotidiano non le solite chiacchiere da parte dei politici di destra e di sinistra.
Monica Monti
Risponde Beppe Boni
Partiamo da un punto fermo. Non è possibile militarizzare stabilmente le zone di Bologna che hanno problemi seri di spaccio e delinquenza. Servirebbe un esercito di poliziotti e carabinieri. Le forze dell'ordine stanno già facendo un lavoro continuo di pressione sulla Bolognina e in zona stazione. I risultati però non si possono certificare in poco tempo. Bene. Intanto si potrebbero fare altre mosse, sulle quali il Comune frena, prima ancora di incolpare continuamente il governo centrale più per fini ideologici che per omissioni oggettive. Una scelta logica sarebbe istituire un assessorato alla sicurezza, come fece per primo il sindaco Giorgio Guazzaloca. Benissimo la riqualificazione delle zone calde come la Montagnola. Se però esiste un problema sicurezza è di buonsenso affidare ad una figura istituzionale in seno all'amministrazione il compito di coordinare e seguire le scelte su questo fronte. Ma il sindaco Matteo Lepore dice no e poi no. Posizione poco comprensibile se poi si invoca continuamente l'assistenza del governo centrale. Un assessorato alla sicurezza è stato appena varato anche dal sindaco di Modena, Massimo Mezzetti (che ha residenza a Bologna) affidato all'ex prefetto della città della Ghirlandina, Alessandra Camporota. Copiare le buone idee dai compagni (politici) di banco non è uno scandalo.