Non aprite quella porta. Quale? Quella dei sogni, che dal giorno dei sorteggi di Champions alberga tutti i pensieri del popolo rossoblù. Non aprite ancora la porta di Anfield. Guai a farlo, guai soltanto ad avvicinarsi con l’immaginazione. Bisogna restare con la testa serrata sull’Atalanta e i piedi ben piantati sull’erba del Dall’Ara dove stasera il Bologna affronta una di quelle partite che l’anno scorso l’hanno reso grande in due rate. A dicembre e a marzo, con due successi che sarebbero poi risultati fondamentali in quella corsa storica verso l’Europa. Due vittorie su Gasperini entrambe cucite con il filo di Scozia: nel segno di Ferguson. Lewis stasera sarà ancora in tribuna, a contare i giorni che lo separano dal ritorno in campo. Ci si dimentica spesso - troppo spesso - che il capitano sia fuori dai giochi, e che Italiano non l’abbia mai potuto schierare. Lui, come Calafiori e Zirkzee che, però, non potrà schierarli mai. Una manica senza assi, mentre al tavolo da gioco, però, i paragoni con il Bologna di Thiago e le aspettative si sprecavano. Italiano ha avuto la bravura di incassare, di aspettare, senza accampare scuse e senza giocarsi la carta degli alibi. Al contrario: petto in fuori e faccia da battaglia, come quella di Santi Castro. Per lui e per il Bologna l’Atalanta è un’altra occasione per scoprirsi grandi. Niente passato e niente futuro: conta il presente, conta stasera
EditorialeUn Bologna da Champions, conta solo il presente. Conta stasera