MATTEO NACCARI
Editoriale
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Treni e strade: l'anno del mai

In Emilia-Romagna si è riacceso il dibattito sulle infrastrutture. Solito copione, comunque: tante parole e pochi cantieri. Il neo governatore Michele de Pascale ha lanciato un messaggio al Governo proponendo al ministro Matteo Salvini un 'patto istituzionale' per capire quali opere è possibile realizzare e quali no. Presa di posizione che ha visto una reazione di Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera e uomo di punta di Fratelli d'Italia in Emilia-Romagna: “Le infrastrutture qui sono ferme per colpa della Regione. Penso alla Sassuolo-Campogalliano, alla Cispadana e anche al Passante autostradale di Bologna”. In pratica, sostiene, il governo regionale ‘ha difficoltà’ ad attuare accordi già stipulati, di fatto bloccando la bretella del Modenese, la nuova autostrada tra Reggio e Ferrara e appunto l'allargamento di autostrada e tangenziale nel nodo bolognese, seppur puntualizzando che sarebbe meglio realizzare un nuovo tratto autostradale a sud del capoluogo. Insomma, si litiga e si lanciano accuse, ma alla fine gira e rigira si discute sempre delle stesse cose.

Emblematico, sulla paralisi cronica delle grandi opere non solo in Emilia-Romagna, ma anche in tutta Italia, quello che sta succedendo sul progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese (Ravenna), dove è in corso un dibattito pubblico. Il disegno prevede appunto di avere altri due binari a disposizione per velocizzare sia il traffico merci che quello passeggeri, di fatto dividendo i treni per tipologia. A disposizione, come ha spiegato l'assessore regionale Irene Priolo, ci sono 3,5 miliardi di euro ma non si arriva a una quadra per le preoccupazioni e le proteste di alcuni comitati che contestano, ad esempio, la realizzazione di alcuni viadotti, trovando sponda nei sindaci dei Comuni coinvolti.

La stessa Priolo, dopo un incontro in Regione, ha detto che quindi ora ci si metterà al lavoro per avere "un progetto sostenibile che sia integrato con le infrastrutture esistenti o in divenire, con gli strumenti pianificatori e con le necessità materiali e di sviluppo delle comunità locali”. Tradotto: dobbiamo avere qualcosa che vada bene a tutti. Risultato: probabilmente non si farà mai nulla, perché mettere tutti d'accordo è una missione impossibile e perché in questo Paese gli amministratori spesso preferiscono non scegliere invece che avere qualche cittadino contrario. Un'opera come questa, non c'è dubbio, avrebbe un impatto sul territorio ma dall'altra parte garantirebbe ricadute positive sull'ambiente spostando su rotaia molto traffico di auto, camion e così via. Guardiamo avanti, non stiamo sempre fermi.