Bologna, 20 novembre 2024 – Purtroppo mi sono reso conto da tempo che la nostra società spreca una enorme quantità di cibo. Basta osservare cosa succede nei bar di Bologna, nelle tavole calde e in altri locali. Ogni sera, non certo per colpa del gestori, le rimanenze vengono eliminate. Un vero peccato, anche se mi rendo conto che è difficile agire diversamente. Ogni anno in Europa e nel mondo, secondo stime ormai consolidate, si generano tonnellate di sprechi alimentari, che a loro volta hanno conseguenze a livello ambientale. Penso anche che la lotta allo spreco del cibo debba cominciare da ognuno di noi.
Federico Turrini
Risponde Beppe Boni
Lo spreco alimentare è uno dei malesseri della società dei consumi che però non è insensibile a limitare questo fenomeno. Anzi. Bologna è una delle città più virtuose. In ambito universitario e grazie all'impegno del professor Andrea Segrè, docente di economia circolare nell'ateneo bolognese, è nato da anni l' Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero che tiene monitorato con cifre ed eventi il mondo dello spreco in tandem con una associazione, Last minute market, la quale a livello nazionale recupera e distribuisce con fini sociali cibo e alimenti che in caso contrario andrebbero gettati. E, attenzione: secondo il professor Segrè il 70% dello spreco avviene nelle famiglie dove si eliminano troppo facilmente il pane del giorno prima , i cibi che comportano semplicemente in etichetta " da consumarsi preferibilmente entro..." che quindi fornisce una indicazione sul termine minimo di conservazione e si riferisce semplicemente alla data di miglior qualità del prodotto. Il primo esame di coscienza alimentare, dunque, deve cominciare da tutti noi. Andrea Segrè, tra l'altro, ha appena pubblicato, insieme a Ilaria Pertot, un ultimo libro sul tema con prefazione del cardinale Matteo Zuppi, dal titolo "La spesa nel carrello degli altri. L'Italia e l'impoverimento alimentare.