MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Le nostre spiagge, un patrimonio da salvare e rilanciare

Cerco l’estate tutto l’anno. O se volete: il Mare d’inverno. In fondo, Adriano Celentano ed Enrico Ruggeri sono stati degli antesignani con i loro brani che tutti noi over 50enni abbiamo canticchiato almeno una volta nella vita.

La Riviera Romagnola, non è una novità, cerca l’estate tutto l’anno e vuole vivere il mare d’inverno, sì. Perché il mondo cambia, non basta più l’estate. È tornata la mucillagine, ci sono le alluvioni e i cambiamenti climatici, la concorrenza è spietata, la Bolkestein resta un incubo e allora bisogna darsi da fare per salvare un territorio, la Riviera, che porta oltre il 70% delle entrate turistiche di tutta l’Emilia-Romagna. E una volta erano l’80%.

Serve un’alleanza, anche politica. Chiunque vinca le elezioni regionali fra quindici giorni, dovrà mettere fra le priorità anche la salvaguardia e il rilancio del turismo in Riviera. Due cose almeno da fare.

1) Le infrastrutture. Non si fa un lavoro decente da troppo tempo. Un bolognese fa prima ad andare in spiaggia a Trapani che a Bellaria o Marina Romea. Con un volo low cost forse spende anche meno.

2) A proposito di aerei e treni: più sinergie, più corse. Due anni fa Rimini si è riempita di polacchi perché c’erano tre voli settimanali con Varsavia. Ma atterravano a Rimini, non a Bologna.