ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale

Sos economia, la versione di Baldassarri

Secondo il Rapporto annuale della Banca d'Italia l'economia regionale arranca per una serie di fattori concomitanti, dalle tensioni internazionali fino al calo della domanda interna determinato dalla perdita del potere d'acquisto delle famiglie. Vale la pena di sentire l'analisi dell'economista Mario Baldassarri, già sottosegretario all'economia, oggi presidente dell'Istao

Le Marche crescono al ritmo dello zero virgola (+0,6%), meno dell'Italia, e stanno ancora rallentando. Regge il turismo, ma la produzione industriale è in flessione per la crisi di comparti storicamente importanti, dagli elettrodomestici alla moda. Anche l'occupazione sale in percentuali trascurabili, comunque in misura inferiore rispetto al dato nazionale. Insomma, secondo il Rapporto annuale della Banca d'Italia relativo al 2023 e ai primi mesi del 2024, l'economia regionale arranca per una serie di fattori concomitanti, dalle tensioni internazionali (vedi il conflitto Russia-Ucraina, la polveriera mediorientale e la crisi di Suez) fino al calo della domanda interna determinato dalla perdita del potere d'acquisto delle famiglie. Vale la pena di sentire l'analisi dell'economista Mario Baldassarri, già sottosegretario all'economia, oggi presidente dell'Istao (Istituto Adriano Olivetti). L'istituto "negli ultimi due anni ha presentato un rapporto Marche che, a differenza del rapporto Banca d’Italia, si riferisce ad analisi di medio-lungo periodo estese nell’arco dei precedenti dieci-quindici anni, proponendo anche previsioni macroeconomiche e sociali sulla base del modello Oxford Economics". "In questi rapporti - dice Baldassarri - Istao ha fatto rilevare un “doppio bradisismo” economico che si estende agli ultimi quindici anni, nei quali risulta che l'Italia cresce meno dell'Europa e le Marche crescono meno dell'Italia. In realtà è proprio questa tendenza strutturale di medio-lungo termine che ha portato le Marche a essere definita, come noto, regione in transizione”. "Ecco perché - aggiunge - occorre dare nuovo impulso alla ripresa della crescita nella regione attraverso le infrastrutture materiali e immateriali, il sostegno alle attività produttive e alla formazione di capitale umano a tutti i livelli, dalle professioni tecniche alle funzioni manageriali". Una serie di "mosse strategiche per riportare le Marche al livello della crescita media italiana".