BEPPE BONI
Editoriale
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Sassi lanciati in autostrada: tentato omicidio

Propongo una mia riflessione riguardo al recente lancio di pietre dai cavalcavia dell'autostrada. Non ci siamo, cari signori: chi attua un tale criminale comportamento, non commette semplicemente un "lancio di oggetti pericolosi", bensì un tentato omicidio, e per tale reato dovrebbe essere perseguito. Signori legislatori, è ora che vi svegliate, servono condanne più dure per gli autori di simile gesti.

Franco Favretto

Risponde Beppe Boni

Riassumiamo l'episodio, che purtroppo non è l'unico registrato in Emilia Romagna negli ultimi anni. Una sassaiola lungo il tratto bolognese dell’autostrada A1, vicino all’area di servizio Cantagallo, a Casalecchio di Reno, poteva provocare una strage. Il fatto si è verificato alle 3 di notte: sono stati colpiti diversi veicoli che viaggiavano in direzione sud, compresi alcuni pullman con a bordo numerose persone di ritorno da San Siro dove avevano assistito al concerto di Vasco Rossi. Poteva essere un massacro se uno dei bus avesse sbandato. E' finita per fortuna solo con qualche ferito lieve. Che reato hanno commesso gli autori del lancio di pietre? Dipende dalle circostanze e da come le valuta il magistrato che si occupa dell'inchiesta. Tuttavia una sentenza della Cassazione del 2005 parla chiaro. La Prima Sezione (Sent. 5436/2005) ha stabilito che costituisce tentativo di omicidio il lancio di sassi da un cavalcavia. I giudici della Suprema corte hanno osservato che: "Tale azione, seppure non diretta a colpire singoli autoveicoli, è idonea, per la non facile avvisabilità degli oggetti che cadono o che comunque siano già giunti al suolo mentre i conducenti sono intenti ad osservare le macchine in transito, a creare il pericolo di incidenti, anche mortali, al cui verificarsi, quindi, deve intendersi diretta la volontà di chi agisce".

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