Vi racconto questa. Vado per spedire una lettera a Bologna e con estrema sorpresa leggo sulla cassetta postale che dal 10 novembre viene eliminato il ritiro della corrispondenza (zona Dagnini, Sigonio, Albini). L'avviso rimanda all'ufficio postale di via Emilia Levante. Ora per spedire anche solo un biglietto augurale bisogna fare spesso diversi chilometri. I cittadini, soprattutto anziani, ringraziano!
Mariangela Riboldi
Risponde Beppe Boni
Succede non solo a Bologna. Il numero delle cassette nelle quali inserire lettere, biglietti e corrispondenza varia è drasticamente diminuito. Inevitabile. Il mondo della comunicazione in senso lato è cambiato, il web, internet, le chat hanno stravolto, a volte nel bene a volte nel male, il meccanismo dei rapporti umani. Sono sempre meno le persone che si affidano alla carta per i loro contatti. Poste italiane fa un ragionamento strettamente aziendale. Non ha nulla di romantico, ma è comprensibile. L'azienda ha spiegato più volte che la riorganizzazione nasce dalle mutate esigenze della clientela che hanno portato a un calo del 60% della corrispondenza negli ultimi quindici anni. Dunque meno carta e francobolli e più web. Già nel 2023 si è confermato il calo dei volumi del mercato (-5% rispetto al 2022), anche se in rallentamento rispetto al periodo pre-pandemico, a fronte di una sostanziale stabilità a valore (+0,03% rispetto al 2022). La digitalizzazione ha provocato un profondo cambiamento con un forte calo della corrispondenza tradizionale dal quale non c'è ritorno. Quindi è ovvio che la gran parte delle cassette postali (bellissime quelle rosse) sono destinate ad andare in pensione. Però la scrittura a penna rimane un valore, usiamola il più possibile così salveremo anche le cassette postali.
beppe.boni@ilrestodelcarlino.it