Per il Natale ci viene in mente una parola: rispetto. Vivremmo in un mondo migliore se provassimo tutti (tutti!) ad averne un po’ di più. Nei confronti di chiunque.
Non ha avuto rispetto un gruppo di ragazzini o ragazzacci (scegliete voi), tutti minorenni, che l’altra sera a Porto San’Elpidio, nel Fermano, ha preso a calci e pugni un negoziante di 60 anni, che poteva essere il loro nonno. L’uomo aveva ‘osato’ sgridarli perché questi bulletti stavano rovesciando piante e mettendo a soqquadro il centro della cittadina.
Mi viene da scrivere: vergogna. E suppongo che tanti di voi sarete indignati come il sottoscritto. Ma mettiamoci una mano sul cuore e guardiamo nel nostro orticello: al rispetto che tante volte non abbiamo noi, non ho io, non hai tu, nei confronti di tua moglie, di tuo marito, del tuo collega di lavoro o magari dell’insegnante di tuo figlio che una volta aveva sempre ragione se dava un brutto voto al tuo cocco e che ora ha sempre torto. A prescindere.
Rispetto per il tuo vicino (di casa, di banco, di lavoro).
Rispetto di chi è solo.
Rispetto di chi è in difficoltà.
In queste ore fermiamoci un attimo e occupiamoci anche di queste cose, che poi sono pilastri, non solo della corsa all’ultimo regola.
Noi giornalisti siamo soliti seguire la regola, nel momento in cui valutiamo le notizie, delle 5 ‘W’: chi, come, quando, dove e perché .
Per Natale suggerisco la regola delle 3 ‘R’ : Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.
Vale ovviamente per chiunque, non solo per i giornalisti.
E che sia davvero un Natale migliore.