ANDREA ZANCHI
Editoriale
Editoriale

Quell’ipoteca sul fine mandato della giunta

Si scrive Pianoro e Castel Maggiore, ma si legge Bologna e Palazzo d’Accursio. Per quanto il capoluogo della città metropolitana non fosse stato chiamato alle urne in questa tornata di amministrative, è evidente che i riflessi dei ballottaggi della scorsa settimana, e i due storici ribaltoni subiti dal centrosinistra, avranno effetti anche sotto le Due Torri. Anzi, ce li hanno già, visti la fibrillazione in casa dem intorno alla figura della segretaria Federica Mazzoni e il dibattito (sotterraneo ma nemmeno troppo) tra le varie anime del Pd, compresi gli stucchevoli rimpalli di responsabilità da una parte all’altra sulle sconfitte al secondo turno. L’effetto più interessante e importante, però, deve ancora manifestarsi pienamente e riguarda gli ultimi due anni di mandato del sindaco Matteo Lepore. Le tensioni che percorrono il Pd bolognese avranno ripercussioni anche sugli ultimi 24 mesi abbondanti di consiliatura e su cosa succederà dopo? L’esperienza e i precedenti dicono di sì, e sarà interessante capire in quale modo, considerato che la partita locale si interseca, quest’anno, con quella per la scelta del candidato per le Regionali. Un campo, tra l’altro, dove Bologna reclama a gran voce più centralità di quella finora riconosciutale dal dibattito interno al centrosinistra e che difficilmente le verrà concessa, visti proprio i deludenti risultati dei ballottaggi. Insomma, la sconfitta dem a Pianoro e Castel Maggiore ha conseguenze ben più ampie dei confini dei due comuni. La loro caduta ha fatto (ri)esplodere, dentro il partito, mesi di tensioni e fratture emerse già in inverno nella scelta dei candidati e poi sopite a forza un po’ per quieto vivere e un po’ perché all’orizzonte c’erano elezioni non di poco conto da affrontare. Per il sindaco Lepore, che finora ha potuto contare su un sostanziale via libera da parte di via Andreini e delle correnti dem bolognesi alla sua azione amministrativa, le cose potrebbero cambiare decisamente nelle prossime settimane, se muteranno gli equilibri interni alla federazione provinciale. Il rischio, per lui, è che la sconfitta Pd ai ballottaggi diventi un’ingombrante ipoteca politica e amministrativa sul finale di mandato della sua giunta. Una prospettiva impensabile, fino a qualche mese fa. Ma la politica, si sa, cambia in fretta destini e prospettive. E non fa sconti a chi non è abbastanza veloce nell’adattarsi al vento che cambia.