ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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Post alluvione, priorità alla sicurezza

La demolizione e la ricostruzione di ponti, la realizzazione di vasche di laminazione (o casse di espansione) e la riqualificazione di borghi, con l’obiettivo principale di mettere in sicurezza la popolazione e di proteggere i territori, dal bacino del Misa-Nevola al comprensorio del monte Catria, nell’alto Pesarese: il piano anti alluvione da 130 milioni di euro (ma le risorse aumenteranno) è un obiettivo che la Regione Marche non può (né deve) permettersi in nessun modo di fallire.

A due anni dal disastro nella vallata del Misa e su, fino al Pesarese, che provocò la morte di tredici persone e danni per quasi due miliardi di euro, la prevenzione del rischio idrogeologico resta tra le priorità per un territorio fragile come quello marchigiano, al pari di molte altre regioni italiane.  “Dalla programmazione alla fase esecutiva: il piano delle opere strutturali del commissario per il post alluvione (il governatore Francesco Acquaroli, ndr) diventa pienamente operativo”, è stato ribadito ieri dalla Regione, che ha tenuto il punto sullo stato di avanzamento dei cantieri.

Bene, non c’è neanche un minuto da perdere dopo decenni nei quali opere fondamentali sono rimaste impantanate tra ritardi e burocrazia. Ma attenzione, va anche (e soprattutto) garantita una cura costante del territorio, dalla manutenzione alla pulizia di argini, alvei dei fiumi e reticolo idrografico minore. La sicurezza prima di tutto, vietato farsi trovare impreparati per l’ennesima volta.