VALERIO BARONCINI
Editoriale

Noi cittadini e la certezza del diritto

La vicenda dei carabinieri di Modena, quella di Bazzano, ma anche l’ennesima puntata dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani devono servire, nella loro drammaticità, a riportarci ad alcuni concetti base: non esistono notizie buone o notizie cattive, solo notizie che vanno pubblicate perché di interesse collettivo

La vicenda dei carabinieri di Modena, quella di Bazzano, ma anche l’ennesima puntata dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani devono servire, nella loro drammaticità, a riportarci ad alcuni concetti base: non esistono notizie buone o notizie cattive, solo notizie che vanno pubblicate perché di interesse collettivo; non esistono condanne a priori, perché dalle indagini preliminari all’aula di tribunale tutto può cambiare con grande velocità; non esistono rendite di posizione, perché davanti alla legge tutti sono uguali; non esistono storie chiuse senza se e senza ma.

Posti questi paletti, gli unici veri temi rimangono la certezza del diritto. E i tempi della giustizia. Ogni imputato, ma anche ogni vittima di reato e ogni testimone ha diritto a una indagine equilibrata, non infinita e a un processo che non vada alle calende greche. Spesso si accusano i media di imprimere accelerazioni subitanee, ma allo stesso tempo senza determinate e naturali ‘pressioni’ molte storie rischierebbero il dimenticatoio. E ogni storia ha anche diritto a una seconda rilettura, in presenza di fatti nuovi. Ma come si bilanciano esigenze tanto diverse? Bisogna andare alle origini del problema giustizia: aberrazioni giuridiche, proliferazione di cause inutili, carenze degli organici nei tribunali e nelle procure; forze dell’ordine sfiduciate perché molte volte le operazioni finiscono sbriciolate appena si passa al vaglio dei giudici e i malviventi, subito liberati, tornano a delinquere. Tutte facce di un stessa medaglia, tutte facce di un caleidoscopio-giustizia che ancor oggi non dominiamo, ma spesso subiamo.

Ergo? Cautela, ma doverosi approfondimenti. E non dimentichiamoci che anche un’archiviazione può essere letta come una risposta di civiltà.