Editoriale

Minacce e aggressioni, serve più sicurezza negli ospedali

Bologna è una città dove la sicurezza sta diventando un optional. Mi pare, fra l'altro, di aver letto in qualche classifica recente che la nostra città è ai primi posti per la criminalità. Non si è nemmeno più sicuri negli ospedali. Spesso si leggono resoconti di aggressioni verbali a infermieri e medici. Gli ospedali anche in una regione come l'Emilia Romagna vanno difesi meglio di quanto si è fatto fino ad oggi per prevenire situazioni limite come quella di Foggia, dove alcuni sanitari si sono dovuti barricare in un laboratorio per difendersi da un gruppo di familiari di una paziente.

Lorenzo Esposito

Risponde Beppe Boni

Un paio di episodi gravi e recenti, che confermano l'alta tensione, sono successi alcuni giorni fa al Pronto soccorso dell'ospedale Maggiore e all'ospedale di Imola. Nel primo caso alcuni operatori sanitari si sono dovuti barricare per trenta minuti proprio per evitare di essere aggrediti. Un uomo di 52 anni verso le 21 ha fatto irruzione nella sala d’attesa pedonale del Pronto soccorso armato di una spranga di ferro, minacciando medici, infermieri, pazienti e vigilantes. Una manciata di giorni prima era stato un paziente del Pronto soccorso di Imola ad assalire gli infermieri con l'asta di una flebo. In entrambi i casi sono intervenute le forze dell'ordine. È andata bene e nessuno si è fatto male. Episodi di minacce con persone alterate e pericolose sono all'ordine del giorno, anzi della notte dove sono più frequenti. Però è ora di dire basta. Già è singolare che ogni ospedale debba dotarsi di guardie giurate. Il questore Antonio Sbordone si è recato in visita al Maggiore e insieme al direttore dell'Ausl Paolo Bordon stanno elaborando un piano per una vigilanza più efficiente con integrazione tra guardie giurate e forze dell'ordine. Forse serve anche un meccanismo di selezione all'ingresso delle sale di urgenza. Su questo tema bisogna però ripensare la sicurezza negli ospedali in un'ottica generale di tutta la regione.

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