Editoriale

Meteo pazzo, serve subito una nuova strategia

La città di Bologna è stata colpita anche recentemente da altre alluvioni, idem la Romagna. Al di là delle comprensibili polemiche, anche politiche, che vengono sollevate in questi casi dobbiamo davvero chiederci tutti, cittadini e istituzioni, cosa bisogna fare per difenderci in futuro. Il clima è cambiato, sempre più spesso arrivano tsunami di acqua. Non è possibile che una città civile come Bologna e una regione come l'Emilia Romagna, siano continuamente in difficoltà.

Mauro Rocchi

Risponde Beppe Boni

Ormai da tempo non piove più nelle dimensioni normalmente accettabili. Diluvia, arrivano tsunami improvvisi, bombe d'acqua. Questa da anni, non da adesso, è la situazione. I meteorologi lo confermano riempiendo comunicati stampa, social e interviste di dati, numeri, millimetri di pioggia che sono pesanti come macigni per città, pianura e collina. Viene da pensare che se ancora andiamo sott'acqua con disastri continui siamo in ritardo nel trovare rimedi e nell'allestire un piano di sistemazione idraulica che eviti che Bologna finisca annegata in centro e in periferia, che le colline vengano giù come pastafrolla, che la Romagna sia continuamente in emergenza. I magistrati della Corte dei conti hanno appena strigliato la Regione Emilia Romagna sulla gestione delle alluvioni, rilevando che le risorse statali messe a disposizione sono state impegnate meno del 10% e i lavori affidati non sono del tutto rendicontati. Critiche severe, dunque. La Regione respinge le accuse e sostiene che "le risorse destinate ai bacini fluviali sono state impegnate al 100% e trasferite ai soggetti attuatori, il cui utilizzo è monitorato e rendicontato". Qualcuno non la racconta giusta. Il mondo meteorologico è cambiato, il clima pazzo pende su noi come una Spada di Damocle e quindi, che piaccia o no, bisogna cambiare strategia. Subito.

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