ANDREA BONZI
Editoriale
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Meno retorica, ora si investa sulla sicurezza

Mentre gli inquirenti ricostruiscono, tessera dopo tessera, la dinamica dell’incidente ferroviario di San Giorgio di Piano, la morte di Attilio Franzini lascia sul tavolo molte domande, che il nostro giornale prova a mettere in fila.

Ad esempio, perché l’operaio 47enne si trovasse sul Binario 1 che, da quel che finora è emerso, non era interessato dai lavori. Poi, se fosse prassi per i lavoratori attraversare i binari (anche quelli ancora ’aperti’, sempre che queste persone ne fossero informate) per raggiungere il sito effettivo del lavoro. E ancora, se il treno avesse segnalato il suo arrivo e avesse una velocità consona e, in ultimo, chi dovesse vigilare sulla sicurezza.

In attesa delle risposte che, siamo certi, non mancheranno, di fronte a questo ennesimo infortunio sul lavoro, vorremmo sfuggire alla retorica del ’mai più’. Errore umano o meno, ci chiediamo come sia possibile affidare la sicurezza solo al singolo (senza tenere conto dalle condizioni atmosferiche, come rilevano i sindacati) o alla comunicazione tra operatore e operatore, e invece non si possano immaginare sistemi di sicurezza tali da evitare – o quanto meno ridurre drasticamente – questi tragici eventi. L’uso di telecamere, rilevatori di movimento e sensori, in particolare, fu tirato in ballo anche in occasioni di altri incidenti fatali, come quello del 22enne Yaya Yafa all’Interporto (era il 2021, e il suo terzo giorno di lavoro sul posto) e Alfredo Morgese, 52 anni, schiacciato all’Aeroporto di Bologna poco più di un anno fa.

In un Paese dove l’emergenza diventa sempre la quotidianità, è banale dire che i finanziamenti sulla sicurezza – e in particolare nelle tecnologie d’avanguardia – non bastano mai. Ma sono necessari se si vuole fare un salto in avanti nella sicurezza, sulla quale si è ancora indietro.

Nel 2001, Ken Loach girò il film ’Paul, Mick e gli altri’, un atto di denuncia sulle allucinanti condizioni dei lavoratori delle ferrovie inglesi, anche lì un operaio moriva in un cantiere vicino alle rotaie con modalità analoghe a quelle già viste troppe volte (si pensi anche alla strage di Brandizzo). Sono passati quasi 25 anni da quella pellicola: sarebbe ora che certe scene rimanessero relegate solo alla fiction.