VALERIO BARONCINI
Editoriale
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Marco, l’eroe dei due mondi vive nel cuore

Trecentocinquanta metri. Camminando lentamente si completano in cinque minuti. Ma quella notte, dal Bagno Faustina numero 42 al grattacielo di piazza Costa, a Cesenatico, ce ne vollero almeno quindici. Quindici minuti per trecentocinquanta metri, rimasti scolpiti nella testa dura di un ragazzino che a tutti i costi avrebbe voluto farsi il pizzetto biondo, ma la barba ancora non c’era.

Quindici minuti per vedere Marco Pantani, l’eroe dei due mondi (l’Italia e la Francia) che oggi, per destino e volontà, tornano a incrociarsi. Il Giro e il Tour, allora, in una festa che sapeva di ‘Ghetto supastar’ e ‘La copa de la vida’, Spice Girls e Backstreet Boys, Nek e Natalie Imbruglia. Un altro campione come quello che vidi quella sera, a Cesenatico, non c’è stato. E oggi il palcoscenico è tutto per lui, strappato troppo giovane alla vita dalle inquietudini e dalle lacrime, proprio come accade agli eroi. È un cerchio che si chiude, dall’hotel di Rimini all’arrivo nella città di Fellini, dalla Cesenatico della festa alla partenza che porterà la carovana proprio sul viale del bagno, del grattacielo, poi via verso Bologna, anche davanti al cimitero dove Marco riposa.

Vent’anni dopo il Tour è nel cuore della Romagna e il Pirata è sempre nel nostro cuore. La sua eredità è anche questa: città colorate di giallo, indotto milionario, un turismo che può finalmente ripartire. Dopo l’alluvione, la Romagna – e con lei Pantani – merita un traguardo come quello della Grand Boucle. Insieme con il Gp di Formula 1 di Imola, le gare di Misano e grandi eventi è uno dei lasciti principali anche del governatore Stefano Bonaccini. Ma occhio a non dare nulla per scontato: il contratto con la F1 è a rischio, il Tour sia uno stimolo e non un approdo. “Non ho mai preso nulla per scontato, non prendo questo per scontato“, disse Pantani davanti al Grattacielo. Era il 13 agosto 1998. Il 30 giugno 2024 non prendiamo questo, e tutto quello che è stato, per scontato.