Pochi e sempre più anziani. Secondo il report della Fondazione Gimbe, nelle Marche mancano circa 96 medici di famiglia in rapporto alla popolazione, considerando un bacino di 1.250 pazienti per ciascun professionista. E magari fosse così. Bene che vada, gli assistiti sono almeno 1.400, se non di più. Di fronte all’emorragia di camici bianchi, infatti, la Regione (come molte altre, d'altronde) è corsa subito ai ripari, alzando in deroga il limite dei mutuati per ogni medico fino a quota 1.800. Ecco, i dottori che lo raggiungono sono chiamati ‘massimalisti’ e nelle Marche ci va vicino più o meno il 50%. Il 73%, invece, ha più di ventisette anni di servizio e si avvia verso il pensionamento. E qui suona ogni campanello d’allarme possibile, perché significa che la situazione si farà ancora più critica, specie se le uscite non saranno compensate da un numero pari di ingressi. A occhio e croce non sarà così, almeno a giudicare sempre dalle stime della Fondazione Gimbe, che prendendo in esame la situazione italiana ha già sentenziato: entro il 2026 ci saranno oltre 11.400 pensionamenti e in molte regioni le nuove leve non basteranno a rimpiazzarli. Va anche detto che la Regione Marche in qualche modo ci sta provando: ha infatti aumentato considerevolmente il numero delle borse di studio per i medici di medicina generale, incontrando però una risposta piuttosto tiepida. Su 155 posti e 100 domande, alle selezioni si sono presentati appena in cinquanta, un terzo.
EditorialeL’emorragia di medici