Editoriale
Una regione come le Marche non può non avere un aeroporto. Devono esserci collegamenti via aria per le principali città italiane e i più importanti snodi europei. Serve alle tante aziende che insistono su questo territorio e serve soprattutto al turismo. Purtroppo da anni lo scalo di Falconara non trova una sua dimensione, sempre alle prese con problemi societari e una stabilità che non arriva, nonostante gli sforzi della Regione. L’ultimo grido di allarme arriva dai sindacati in previsione della scadenza dei voli di continuità ad ottobre, in sostanza i collegamenti con Roma, Milano e Napoli ora garantiti da Skyalps dopo l’uscita di Aeroitalia. Sarà necessario quindi un nuovo bando per affidarli, magari con tempistiche più lunghe. ‘Se si continua così, l’azienda rischia di nuovo la crisi – hanno sottolineato Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti Marche – per mancanza di liquidità: il fondo inglese, dopo aver investito le risorse previste dalla delibera regionale del 2019, non sembrerebbe intenzionato a fare ulteriori investimenti sull’infrastruttura’. Insomma, non ci sarebbe prospettiva per lo scalo e tutto questo spinge i sindacati a chiedere un nuovo confronto con la Regione.
Le Marche hanno bisogno di un aeroporto che pensi in grande. E’ necessario che si arrivi a una definizione di cosa si vuole fare del Sanzio. Perché se si pensa al rilancio di una regione che ancora soffre i colpi del terremoto e della pesante crisi che ne è seguita, i collegamenti sono fondamentali. Le Marche sono una terra bellissima ma che da sempre ha carenza di infrastrutture. Basti pensare all’annoso problema dei treni per Roma: tempi biblici, ritardi all’ordine del giorno e così via. Le strade della regione sono quelle che sono, con inevitabili intasamenti e problematiche sulla linea Adriatica e di conseguenza poter contare sugli aerei sarebbe sicuramente una carta in più da giocarsi per turismo e affari. Non bisogna accontentarsi. E occorre investire. Una volta per tutte. Le Marche hanno bisogno di ali.