Non è necessario trovare un colpevole, o più colpevoli, per quello che sta avvenendo a Bologna in relazione alla situazione drammatica che ha investito uno dei simboli della città, la torre Garisenda. Non serve ora addossare le colpe a qualcuno, ma è certo che questa vicenda ha messo in luce come in Italia il patrimonio culturale sia gestito disastrosamente da chi amministra la cosa pubblica.
L'allarme lanciato sul rischio crollo della torre - anche se il sindaco Matteo Lepore ancora non ha spiegato cosa mette esattamente a rischio la torre - e la chiusura della zona circostante hanno prima creato un caos senza precedenti nel traffico cittadino (e non si sa come se ne uscirà), poi hanno messo in luce come in Comune non ci sia mai stata una vera presa di coscienza sullo stato delle torri (Asinelli compresa), dimostrata da questa chiusura improvvisa da allarme rosso.
A questo si aggiunge l'appello lanciato in queste ore dall'amministrazione di donare soldi per la sistemazione delle torri (ma veramente non ci sono risorse stanziate negli anni per questi interventi?) e l'abbandono di chi vive in quella zona che ancora aspetta di essere contattato per sapere come deve comportarsi in caso di emergenza. Insomma un caos completo. Purtroppo per molti politici e amministratori il loro vero valore non si vede nell'ordinario, ma nelle situazioni straordinarie e in questa emergenza purtroppo pare che nessuno sia all'altezza. Speriamo che tutto questo sia frutto di inesperienza e che col tempo le qualità emergano, ma per adesso questa storia consegna solo caos. Il riassunto è semplice: cari bolognesi girate al largo dalle torri e mettetevi la mano sul portafoglio, forse grazie alle vostre donazioni la Garisenda sarà salvata. Chissà quando però.