SERGIO GIOLI
Editoriale
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La legge dell'okkupante

Occupare edifici altrui a Bologna conviene. Nel senso che se lo fai, c'è caso che tutto vada per il verso giusto e che nessuno ristabilisca la legalità e ti butti fuori. Meglio ancora: potrebbero perfino ristrutturarti casa con i soldi della comunità.

E' quello che sta succedendo in via Carracci, dove nell'ottobre scorso il collettivo Plat ha fatto entrare in uno stabile di proprietà dell'Acer (che è un ente pubblico) un gruppo di famiglie e di senzatetto. In un primo tempo era scattata regolare denuncia, poi l'Acer l'ha ritirata e si è messa d'accordo con la giunta guidata da Matteo Lepore e dalla sua vice Emily Clancy, concedendo al Comune, senza oneri, per trent'anni, l'edificio in questione. Così martedì scorso Clancy ha potuto annunciare in pompa magna la lieta novella: ''L'edificio - ha spiegato - diventerà una struttura temporaneamente dedicata all'emergenza abitativa e in seguito sarà la sede di un progetto per l'abitare collaborativo e solidale''.

Operazione (e linguaggio) da centro sociale. Il succo è: chi ha occupato resta dentro. Lo stabile sarà ristrutturato, costo complessivo 4,5 milioni, di cui tre a carico del Comune (quindi di tutti noi) e 1,5 delle famiglie che parteciperanno a quello che viene definito ''autorecupero'' associandosi in cooperative (e qui siamo all'apoteosi). Gli abitanti della zona sono inferociti, perché da mesi convivono con una situazione di degrado e di paura e le loro case - dicono - pagate con i risparmi di una vita, sono drammaticamente deprezzate.

La destra protesta e evoca il ''metodo Salis''. La sinistra, al contrario, elogia il Comune per l'alto valore sociale dell'iniziativa in favore di famiglie disagiate, senza purtroppo capire (oppure finge?) che sono famiglie disagiate anche quelle che partecipano ai bandi e, rispettando la legge, si mettono in lista d'attesa per un alloggio popolare. Il Comune fa benissimo a trovare casa a chi non ce l'ha, quello che non torna è la legittimazione di un atto di forza che danneggia l'Acer, gli altri residenti di via Carracci e, soprattutto, tutti quei cittadini onesti e poveri che seguono le procedure e che ci restano fregati. Il messaggio che passa è quello che tante volte la sinistra rinfaccia alla destra di veicolare: la legge non è uguale per tutti.