Tutte le campagne elettorali che insistono su Bologna e l'Emilia-Romagna hanno sempre un minimo comune denominatore: la discussione sul Passante. Il progetto per allargare tangenziale e autostrada del nodo bolognese, tra i più trafficati d'Italia, tiene banco da decenni e il disegno attuale prevede un investimento di quasi 3,5 miliardi di euro. Sì, non è un errore: miliardi. Insomma, cantieri mastodontici per un'opera, sulla carta, galattica. Detto questo, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, il dibattito è aperto, con ad esempio il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha rilanciato il Passante come una delle sue priorità e il candidato governatore del centrosinistra, Michele de Pascale, che si è detto d'accordo sulla sua realizzazione a patto però che non ci siano tagli sulle opere green di contorno, per non ritrovarsi in casa con i no di ambientalisti e Verdi. Tutti uniti appassionatamente. E' interessante notare che chi ha la responsabilità di amministrare si focalizzi su un'opera che probabilmente non sarà mai realizzata, dimenticandosi però di tutto quello che accade attorno. Il Passante non potrà mai, come una bacchetta magica, risolvere in un attimo i problemi di mobilità che stanno martoriando da decenni l'Emilia-Romagna e in particolare il suo fulcro, Bologna. Li elenchiamo: traffico sempre congestionato nei tratti autostradali verso sud, verso nord e verso est; tangenziale di Bologna spesso paralizzata; treni regionali in ritardo o cancellati; piste ciclabili introvabili; trasporto pubblico inefficiente. E così via. Quindi, invece di dipingere una cartolina con al centro il Passante e attorno un territorio vivibile e senza traffico, sarebbe meglio concentrarsi prima su tutto il resto, comprese le opere verdi (dalla messa a dimora di alberi a pannelli antirumore, a spazi per una viabilità alternativa), perché se no alla fine il quadro che emerge è chiaro: tante parole su una medicina che non arriverà mai (il Passante) e intanto immobilismo su tutto il resto. Così è troppo comodo. Ecco perché, alla fine, la vera mossa sarebbe un'altra: cancellare il Passante e usare questa cascate di denaro per migliorare tutto il resto. Oltre 3 miliardi bastano e avanzano. Sempre che ci sia la voglia di rimboccarsi le maniche.
EditorialeLa commedia del Passante