Editoriale

La Certosa, luogo che esige doppio rispetto

Vorrei segnalare il degrado di molte tombe nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna, un luogo storico e artistico di grande valore. Sarebbe importante intervenire per restaurarle o almeno pulirle. Propongo di coinvolgere le università, permettendo agli studenti dei Beni Culturali di fare esperienza pratica in un progetto di recupero. Spero che questa iniziativa possa essere presa in considerazione per salvaguardare un patrimonio così prezioso per la nostra città.  

Giorgio Colliva

Risponde Beppe Boni

L'oltraggio continuo ai cimiteri, comprese ruberie di fiori, viene alla luce in questi giorni poichè è appena trascorsa la giornata dedicata a chi non c'è più, ma il tema vale tutto l'anno. Sono oggetto di continue segnalazioni il degrado e l'incuria delle strutture dimenticate da certi Comuni che già si occupano male dei vivi quindi figuriamoci dei morti. Succede nei piccoli camposanti in provincia, ma stando alle indicazioni dei lettori anche in un complesso monumentale come la Certosa. Per carità il rispetto che si deve ai defunti e ai loro familiari non dipende dall'importanza del luogo, eppure la Certosa esige qualche attenzione in più poiché ha un grande valore artistico e architettonico che la rende meta di numerose visite. Un grande piano di restauro e recupero sarebbe necessario. Il cimitero venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. Fulcro della struttura è il Chiostro Terzo, specchio della cultura neoclassica. Alla Certosa riposano figure importanti come lo statista Marco Minghetti, il pittore Giorgio Morandi, il premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci, lo scrittore Riccardo Bacchelli, il cantante d'opera Carlo Broschi detto Farinelli e Lucio Dalla.

beppe.boni@ilrestodelcarlino.it

voce.lettori@ilrestodelcarlino.it