Carta Fabriano e Amazon. Sono due vicende economiche che in negativo e positivo stanno agitando le Marche e che danno una lettura dei due volti di questa regione. Da un lato c'è un marchio storico, Carta Fabriano appunto, che si trova al centro di una delicata vertenza sindacale. Dall'altro c'è un colosso mondiale del commercio elettronico che ha deciso di puntare su questo territorio e che promette di portare lavoro. Andiamo per ordine. Il Gruppo Fedrigoni ha sottoscritto un accordo con un distributore tedesco per produrre e vendere in Europa carta per fotocopie marchiate Carta Fabriano, che fino alla fine dello scorso anno veniva realizzata nello stabilimento di Rocchetta della città marchigiana. Un sito che la proprietà considerava non remunerativo: dichiarati infatti 170 esuberi poi ridotti a 30 (ora in cassa integrazione) dopo i ricollocamenti in altri stabilimenti. In pratica - e non a caso sono intervenuti dal sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, al ministro per il Made in Italy Adolfo Urso al governatore Francesco Acquaroli - si sfrutta altrove un simbolo da sempre di questo territorio. E qui si chiude. C'è in corso una battaglia legale, qualcuno ha parlato di speculazione, quello che è certo è che come già successo in tantissime parti d'Italia arriva qualcuno che si mette in tasca marchi importanti e conosciuti in tutto il mondo, li usa per fare affari in altri paesi e dove sono nati e cresciuti lascia disoccupazione. E' lo stesso che sta avvenendo nel distretto del bianco, con i turchi della Beko che pian piano stanno depotenziando la presenza dell'ex impero Merloni spostando altrove la produzione di elettrodomestici. Un depauperamento che segue ovviamente la vendita a gruppi stranieri che non hanno legami con queste terre e che guardano soprattutto agli affari invece che alla ricadute sociali. Intanto, salvo imprevisti dell'ultima ora a giugno aprirà a Jesi il nuovo centro logistico di Amazon, gigante internazionale del commercio sul web che stando alle stime dovrebbe portare in pochi anni quasi 2mila posti di lavoro. Una boccata d'ossigeno importante che arriva proprio da una multinazionale che vede qui opportunità di investimento e di crescita. Certo, si può dire che sono i tempi che cambiano; ma quello che si dovrebbe fare è attirare nuove aziende (caso Amazon) ma nello stesso tempo andrebbero protetti i propri gioielli (caso Carta Fabriano). Anche perché le multinazionali non hanno un cuore e ragionano solo coi numeri. Purtroppo.
EditorialeIl doppio volto delle Marche