Editoriale

I Cau funzionano ma vanno migliorati

Vorrei raccontare l'odissea di mia figlia per un sospetto morbillo. In prima battuta, da bravi cittadini che non intasano il Pronto soccorso dell'ospedale, siamo andati al Cau (3 ore circa di attesa) dove ci hanno mandato al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna. Il triage (codice azzurro) è stato fatto alle 19.30 di sabato 9 /11, la prima visita alle 6,30 con sospetto morbillo appunto. Alle 8,30 prelievo e poi l'attesa. Trattati non sempre con cortesia tra Cau e Pronto soccorso abbiamo totalizzato 19 ore di attesa. Un record da denuncia.

Roberta Bigi

Risponde Beppe Boni

Il nodo delle lunghe ore di attesa nei Pronto soccorso non è del tutto risolto. Poi, certo, dipende da caso a caso, dal momento, dalle giornate più o meno caotiche, ma il problema di accoglienza da rendere sempre accettabile rimane. La situazione dopo l'apertura dei Cau è indubbiamente migliorata, ma il meccanismo, a parte alcune realtà ancora non funziona. E fino a che anche un solo paziente deve subire 15-20 ore di attesa la sanità pubblica deve impegnarsi a migliorare. Lasciamo perdere i continui annunci positivi della politica e dell'apparato della Regione. Manca probabilmente una visione completa del settore emergenza su cui l'amministrazione regionale fino ad oggi è intervenuta a spot senza mai un piano aziendale completo. La strada da percorrere per la prossima giunta è questa. Gli operatori sanitari, tranne qualche episodio di maleducazione forse dovuto allo stress, sono professionisti che ce la mettono tutta per mantenere uno standard accettabile. Anche i Cau sono da migliorare, eppure hanno dato sollievo ai flussi di pazienti verso i Pronto soccorso diminuiti di oltre il 10%. Attualmente sono 42 i Cau in Emilia-Romagna ma in breve dovrebbero arrivare a 50. Secondo i dati della Regione oltre 370mila utenti ad oggi hanno ricevuto assistenza all’interno delle strutture, un dato che dovrebbe raggiungere quota 400mila entro la fine dell’anno. Si aggira infine sull’86% la percentuale di persone che trovano assistenza direttamente all’interno dei Cau.

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