ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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Gli assessori a tutto

Pensate se all’assessore alla gentilezza il sindaco tal dei tali appioppasse anche la delega all’ascolto delle proteste dei cittadini infuriati, possibilmente con un numero di telefono modello call center attivo giorno e notte. Chissà se riuscirebbe a mantenere calma e gesso, il sorriso e una parolina buona per tutti. O se mettessero l’assessore alla lentezza alla guida dei bus della linea urbana e quello alla felicità a far da guardiano al camposanto. È un divertissement, ovviamente, ma poi mica tanto. In giro per l’Italia (e anche tra l’Emilia-Romagna e le Marche), infatti, le nuove giunte si stanno popolando di deleghe e assessorati pirotecnici, stravaganti quel tanto che basta, ma forse anche improbabili. Un po’ come la vecchia, cara “acqua del sindaco”, quella della rete pubblica che sgorgava dalla fontanella all’angolo di piazza. Sarà un assessore a indicarci la via della felicità, o dell’armonia. Sospendiamo il giudizio, almeno per ora, ma non la domanda: queste bizzarre deleghe all’iperuranio saranno davvero utili? Serviranno ai cittadini che poi tutti i giorni dovranno pur fare i conti con le buche, il traffico, l’erba alta e i lampioni spenti? Mah. Intanto aridatece l’urbanistica, i lavori pubblici e il bilancio. E magari ci sentiremo anche più tranquilli e felici.