ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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Frane e alluvioni, obiettivo prevenzione

Più poteri ai presidenti di Regione in qualità di commissari e l’introduzione di un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi finanziati con il fondo di progettazione che non abbiano raggiunto livelli sufficienti di progettualità. Sullo sfondo dell’alluvione-ter in Emilia-Romagna c’è anche un pacchetto di misure per “rendere più effettive la tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico” nel decreto legge sull’ambiente approvato ieri dal Consiglio del ministri. Nella nota del Cdm si spiega anche che le norme varate puntano ad aumentare l’efficacia della programmazione e del monitoraggio degli interventi, e a garantire l’interoperabilità tra le banche dati. Dunque, l’obiettivo è di accelerare la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico secondo un quadro organico di interventi che investono diverse regioni italiane.  “Ci sono misure per la messa in sicurezza del territorio, per fare fronte alla siccità e per velocizzare le azioni di prevenzione dai danni delle alluvioni – ha detto il viceministro all’ambiente e alla sicurezza energetica, Vannia Gava – . Dotiamo i presidenti delle Regioni, in qualità di commissari di governo, di dati e strumenti per velocizzare la progettazione e la realizzazione degli interventi”. E poi norme per “prevenire i fenomeni siccitosi, attraverso il rafforzamento delle buone pratiche del riuso, con l’introduzione della definizione di ‘acque affinate’, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei”.

Al primo punto, “assicurare il rispetto delle scadenze per la realizzazione degli obiettivi di decarbonizzazione, diffusione delle energie rinnovabili e sicurezza energetica previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal piano energia e clima (Pniec)”. Come? Non più solo eolico, solare e idroelettrico. L’elenco si allarga a tutte le fonti di energia pulita che permettano di conseguire gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e siano sostenibili economicamente. Idrogeno verde prima di tutto, ma il governo non chiude la porta neanche al nucleare.  Il nuovo provvedimento nasce soprattutto dall’esigenza di “regole più semplici in settori fondamentali per la transizione”, ha spiegato il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin. Da qui la semplificazione nei procedimenti di valutazione ambientale, vista la mole delle istanze da sottoporre alla commissioni di valutazione ambientale Via-Vas e Pnrr-Pniec. Sburocratizzare, quindi, per andare più veloci.