ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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Export Marche, lo spettro dei dazi

Chi ha paura di Trump? I dazi annunciati dal tycoon – 47esimo presidente Usa – rischiano di penalizzare fortemente (anche) l’export delle Marche verso gli Stati Uniti. Nei primi nove mesi del 2024 l’export marchigiano verso gli Usa è stato di 1,8 miliardi (il 9% dell’export regionale), 935,6 milioni per le attività manifatturiere. Secondo i dati di Cna Marche, gli Stati Uniti si collocano al terzo posto nella graduatoria dei Paesi che importano dalle Marche, dopo Francia e Germania. La principale voce di esportazione è rappresentata dagli articoli farmaceutici (220,2 milioni), la seconda è la meccanica (178,8 milioni), poi tessile, abbigliamento e calzature (137), prodotti in metallo (109,1) e mobili (97,7). L’introduzione di misure protezionistiche, avverte l’associazione di categoria, avrebbe effetti molto negativi sui beni di consumo (calzature, abbigliamento, pelletterie, mobili).

“La minaccia di gravare le esportazioni provenienti dai Paesi dell’Ue di dazi al 10% preoccupa fortemente le 2.500 imprese esportatrici marchigiane, soprattutto quelle di meccanica e moda, ma anche di medicinali e mobili – dicono il presidente Cna Marche, Paolo Silenzi, e il segretario Moreno Bordoni –. Si teme una contrazione dell’import statunitense per i prodotti marchigiani di almeno il 10%, con ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione delle nostre piccole e medie imprese”. Se Trump non bleffa, e anzi darà seguito ai roboanti annunci della campagna elettorale, “bisognerà porsi il problema di ricollocare le nostre produzioni dal mercato statunitense in altri Paesi che non adottano la politica dei dazi come arma di riequilibrio commerciale”.